Sul lungomare di Reggio Calabria debutta “Alfabeto Inesatto”
Sul lungomare di Reggio Calabria debutta “Alfabeto Inesatto”: la poesia che diventa corpo, musica e visione. La performance della compagnia Porta Cenere al Globo Teatro Festival.
REGGIO CALABRIA – Parole che si accendono come scintille, musica che diventa paesaggio e racconto, voci che si intrecciano in un mosaico vivo e mutevole. È questo “Alfabeto Inesatto”, lo spettacolo firmato dalla compagnia Porta Cenere, che debutta questa sera (28 agosto) alle ore 21.30 sul lungomare Pellaro di Reggio Calabria, all’interno del Globo Teatro Festival. A guidare il viaggio saranno Elisa Ianni Palarchio e Mario Massaro, insieme a Mirko Iaquinta, Valerio Massimo Filice e alla magia sonora dell’arpa di Camilla Colonna. Luci e supporto tecnico sono a cura di Gianpaolo Palumbo.

Un reading che diventa esperienza sensoriale
Non un semplice reading, non un concerto, non una performance teatrale: “Alfabeto Inesatto” è tutte queste cose insieme. Un viaggio in cui la poesia incontra la strada, la favola si mescola al reale e la musica diventa corpo e racconto. I testi scelti – lampi, visioni, spigolature di epoche diverse – non obbediscono a un ordine cronologico: sono parole che scavano, che interrogano, che sorprendono. Frammenti che si inseguono e si completano, componendo una mappa emotiva e civile del presente.
Musica e parole: un corpo unico
La musica, dal vivo, è protagonista: elettronica e acustica, improvvisata e composta, canto e silenzio. È paesaggio e personaggio insieme, capace di amplificare le parole o contraddirle, di aprire squarci visionari o creare atmosfere intime e sospese. Lo spazio scenico è in continua metamorfosi, si trasforma in un luogo in cui le parole dei grandi autori italiani si spogliano dei nomi e diventano patrimonio condiviso, esperienza collettiva, immaginazione viva.
Alfabeto Inesatto
Nato dal desiderio di evocare, più che raccontare, “Alfabeto Inesatto” apre molteplici finestre sul reale: sguardi che oscillano tra tensione e meraviglia, tra slancio visionario e ironico disincanto. Le parole non si affrettano, non si perdono nel rumore del mondo. Si fanno lente, fisiche, vive. Vibrano nell’aria come memoria e poesia, come silenzi che raccontano più dei suoni, come melodie che tracciano sentieri invisibili. Ogni voce, ogni nota, ogni gesto è un invito a fermarsi, a lasciarsi attraversare dall’immaginazione. Perché, a volte, ci sono verità che si dicono meglio tra le righe.
E melodie che raccontano più delle parole. Il lungomare di Pellaro si prepara dunque a diventare teatro a cielo aperto, dove il pubblico potrà vivere – con occhi, orecchie e cuore – un alfabeto di emozioni impossibile da incasellare.
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