Marche

Area marina del Conero, il Ministero: «Ricordatela». La Regione: «Sono tutti contro»


ANCONA A volte ritornano, come nel racconto di Stephen King. A trent’anni dalla sua prima apparizione, l’area marina protetta del Conero continua ad aleggiare nei corridoi dei palazzi del potere. Un sogno, un incubo o soltanto un’utopia? Di certo c’è il richiamo del Ministero dell’Ambiente all’Autorità portuale contenuto nelle osservazioni alla prima bozza del nuovo Piano regolatore portuale.

Il testo

A pagina 77, infatti, si legge: «Si chiede al proponente di valutare i potenziali impatti generati dal progetto sulla possibile istituenda area marina protetta “Costa di Monte Conero”». I tecnici spiegano anche le loro perplessità, parlando di «possibile incremento del rischio di incidenti rilevanti e inquinamento da rumore subacqueo derivante dal passaggio delle navi sul perimetro dell’area». Tutto ciò, ovviamente, legato ai piani di sviluppo e di incremento del traffico dello scalo dorico. A livello politico, invece, la situazione cambia. E lo mettono bene in chiaro i vari stakeholders.

Le posizioni

A partire dal Comune di Ancona. «L’amministrazione è sempre stata contraria, anche prima che arrivassi io» spiega il sindaco di Ancona Daniele Silvetti. Ricorda del “no” messo in campo dall’ex prima cittadina Valeria Mancinelli, ad esempio. Spiega anche il perché: «Abbiamo Marina Dorica, coi suoi diportisti che hanno sempre espresso un parere contrario». L’istituzione di un’area marina protetta, infatti, rischierebbe di inasprire le norme sull’ormeggio e sull’uso delle barche da diporto in luoghi iconici come Portonovo, visto che la prima ipotesi di area marina protetta comprendeva lo specchio d’acqua compreso tra il Cardeto e Numana.

Il processo

Secondo quanto pubblicato sul sito del Ministero, poi, l’iter per l’istituzione di un’area marina protetta deve passare necessariamente per l’ascolto «della Regione e degli enti locali interessati all’istituenda area marina protetta, al fine di ottenere un concreto e armonico consenso a livello locale». Ecco, la Regione. Da Palazzo Raffaello risponde Stefano Aguzzi, assessore all’Ambiente. «Ricordo di essere stato interessato da questo tema nel 2021 o 2022, col Ministero che aveva convocato una riunione online con i Comuni ma ci siamo fermati lì» racconta. Precisa, parla di «un iter assolutamente congelato». Poi motiva: «Abbiamo sempre detto che la posizione della Regione è che se i territori sono d’accordo, allora ci lavoriamo». «In questi ultimi anni non ho sentito volare una mosca» ribadisce Aguzzi. Dice anche lui: «Sirolo e Numana erano contrari, così come l’ex sindaca Mancinelli».

Ora c’è Silvetti, ma poco cambia. In buona sostanza, «la volontà del Ministero non può scavalcare i territori, vorrei che fossero piuttosto ascoltati» continua l’assessore. Anche la posizione della giunta è chiara: «Quando ho interloquito col presidente Acquaroli, ho sempre capito che ci fosse una forte perplessità perché sappiamo che i Comuni sono contrari». «L’Autorità portuale non credo debba esprimersi sull’istituzione ma tra noi non se n’è mai parlato» si inserisce Giacomo Bugaro, uomo del Comune di Ancona nel comitato di gestione dell’Autorità portuale. Dice: «Non ci sono i presupposti, non ho mai sentito nessun ministro dire che gli piacerebbe istituirla, neanche ai tempi di Pecorario Scanio». «Non ci sono cernie e nemmeno le posidoniacee, cosa andremmo a proteggere?» si domanda in conclusione.




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