Sicurezza dei ciclisti: il ruolo delle nuove “bike line” sulle strade del Trentino – CRONACA
I ciclisti morti e feriti gravemente sulle strade italiane, Trentino compreso, sono purtroppo una vera emergenza. Nel corso dei decenni, malgrado i tentativi di accelerazione normativa avvenuti fin dagli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso, i passi avanti sulla ciclabilità urbana e extraurbana sono avvenuti solo a macchia di leopardo e parimenti non sono cresciute né la consapevolezza di chi si trova al volante di auto e mezzi pesanti, né quella delle istituzioni, a cominciare dai governi nazionali.
È mancata una visione d’insieme, l’idea di mettere la mobilità ciclistica al centro e di adeguare tutto il resto a questa priorità, si è fatto piuttosto (quando va bene) viceversa, cercando anfratti per le biciclette nel marasma dello spazio urbano dedicato alle bici.
In altri Paesi, ma anche in qualche rara città modello italiana, si è fatto il contrario, basta andare ad Amsterdam a Copenaghen per vedere sistemi di viabilità urbana che privilegiano le bici.
Ma basta anche andare nella a noi più vicina Francia per notare una situazione decisamente più avanzata della nostra, sia per percorsi ciclabili sia per il tentativo, non sempre riuscito al 100%, di liberare spazi per la ciclabilità. Una caratteristica delle strade francesi, anche extraurbane, è la frequente presenza delle corsie laterali ciclabili riservate, spesso separarate dal resto della carreggiata solo da una linea o da una diversa colorazione (verde) in alcuni tratti.
Verso questa direzione, sia pure con una modalità diversa per esigenze date dagli spazi fisici disponibili sulla carreggiata, si muove ora anche il Trentino, per intervenire laddove non sono disponibili percorsi ciclabili totalmente alternativi.
E si tratta di un intervento, la cui realizzazione è già realtà da qualche mesi in due strade provinciali, che crea condizioni di maggiore sicurezza fisica per i ciclisti e insieme responsabilizza automobilisti e camionisti sulla necessità di rispettare gli utenti deboli che pedalano troppo spesso rischiando la propria incolumità.
La distanza di un metro e mezzo, per esempio, che va rispettata sempre da chi viaggia a quattro ruote quando sorpassa un ciclista: basta osservare le nostre strade e si può verificare che soltanto una minoranza ne tiene conto. Troppi, al contrario, anche se arrivano veicoli dalla direzione opposta, superano i ciclisti, spesso passando pericolosamente vicini. Rallentare, restare dietro e poi sorpassare mantenendo la dovuta distanza di sicurezza (prevista dal Codice): così si deve fare. Punto.
Ma qui, così come su altri comportamenti stradali, come il rispetto della precedenza pedonale sulle “zebre”, ci vorrebbero anche maggiore sorveglianza e rigore sanzionatorio. Perché è questo l’abc per costruire un alfabeto del rispetto che si traduce in vite salvate e incidenti evitati.
Ben vengano, dunque, le bike line sulle strade trentine, anche se purtroppo al momento non possono essere corsie riservate alle biciclette sulle strade trentine
Una novità rilanciata ieri dalla Provincia, che anche ricordando di nuovo i giovani ciclisti vittime recentemente della strada, Sara Piffer e Matteo Lorenzi, ha presentato una campagna informativa su questa improtante novità con l’obiettivo di “promuovere una mobilità più sicura e sostenibile, favorendo la convivenza tra automobilisti e ciclisti”.
Al lancio della campagna c’erano, fra gli altri, il presidente Maurizio Fugatti, il campione trentino Maurizio Fondriest, e i dirigenti Luciano Martorano e Sergio Deromedis. Fondriest compare anche in tre dei sei spot di cui si compone la campagna informativa, negli altri ci sono i giovani ciclisti Irene Campostrini e Mirko Valentini.
“La Bike Lane – ha spiegato Fugatti – non è una pista ciclabile e non rappresenta un restringimento di carreggiata si tratta invece di una corsia segnalata sulla strada, che funge da deterrente e invita automobilisti e ciclisti a una maggiore attenzione reciproca. Le auto possono quindi percorrerla liberamente quando non ci sono ciclisti, mantenendo però sempre prudenza e rispetto per chi pedala.
Questa campagna – ha aggiunto – nasce con un obiettivo chiaro: rendere le nostre strade più sicure e la convivenza tra ciclisti e automobilisti più serena. E per una terra come il Trentino, che ha fatto dello sport e della mobilità sostenibile un valore identitario, significa investire sulla qualità della vita dei cittadini e sulla sicurezza dei nostri giovani”.
LA CONFERENZA STAMPA
“Da ciclista e da sportivo credo molto in questo progetto – ha sottolineato Fondriest, come riporta il comunicato della Provincia diffuso ieri – la bike lane non restringe la carreggiata, ma amplia la cultura della sicurezza. Con Irene e Mirko abbiamo voluto parlare in modo diretto e leggero ai giovani, perché rispettare le regole è il primo passo per vivere lo sport e la strada con responsabilità. È un messaggio che vale per chi pedala e per chi guida”.
“Siamo ora in una fase di monitoraggio che proseguirà per tutto l’autunno, per capire se le Bike-Lane realizzate funzionano e vengono accettate. Se si riveleranno una scommessa vinta, in inverno ci prepareremo per estenderle alle altre 28 salite mitiche presenti in Trentino, arrivando esattamente a 385 chilometri di tracciato”, ha spiegato Deromedis.
“Su questo aspetto – ha quindi concluso Fugatti – serve anche la sensibilità degli amministratori locali. Per questo abbiamo già presentato il progetto al Cal, perché le amministrazioni locali devono sentirsi coinvolte. Da parte nostra abbiamo fatto una moral suasion in questa direzione, spiegando l’importanza dell’iniziativa”.
Il progetto ha visto la realizzazione a luglio di oltre 30 chilometri di corsie ciclabili su due tratti stradali altamente frequentati dai ciclisti:
- Lungo la SP 64 e la SS 43 nel tratto da Mezzolombardo a Fai della Paganella, per complessivi 12 chilometri circa;
- La SS 612 della Val di Cembra, da località Valda (Altavalle) a località Stramentizzo (Castello-Molina di Fiemme), per circa 18,9 chilometri.
Le Bike Lane sono nate anche come segno tangibile in memoria di Sara Piffer e Matteo Lorenzi, due giovani promesse del ciclismo trentino, tragicamente scomparse mentre si allenavano lungo le strade trentine. Le loro perdite hanno lasciato un segno profondo nella comunità trentina e hanno rafforzato l’impegno delle istituzioni nel promuovere azioni concrete per garantire maggiore sicurezza a chi si muove in bicicletta.
Le bike lane sono corsie ciclabili tracciate sul lato destro della carreggiata, nel senso di marcia dei veicoli, con larghezze comprese tra 80 e 100 cm e sono integrate da segnaletica orizzontale simbolica. Sono delimitate da strisce bianche discontinue e possono essere valicate dai veicoli, tenendo conto che su molte strade del Trentino, in particolare in montagna, non c’è spazio sufficiente per realizzare corsie riservate in esclusiva ai ciclisti. Il tracciamento orizzontale serve comunque come segnale visivo costante, per ricordare agli automobilisti la possibile presenza di biciclette sulla carreggiata e per mantenere alta l’attenzione sulla sicurezza dei ciclisti, che va sempre tutelata con il massimo rispetto. L’obiettivo, dunque, è quello di rendere visibile e riconoscibile lo spazio riservato alla mobilità ciclistica e aumentare la consapevolezza degli automobilisti, anche attraverso un segnale visivo continuo lungo la tratta.
Nel rispetto del Codice della Strada i ciclisti dovranno utilizzare la corsia ciclabile, evitando la marcia affiancata e prestando attenzione durante i sorpassi, mentre i conducenti dei veicoli dovranno rispettare la distanza laterale minima di 1,5 metri nei sorpassi (dove possibile) e dare precedenza alle biciclette in caso di attraversamento della corsia.
I filmati sono stati girati in Valle di Cembra lungo la strada statale 612, nel tratto compreso tra l’abitato di Valda e quello di Grumes, nel Comune di Altavalle. A dimostrazione della sicurezza rappresentata dalla Bike line quando utilizzata correttamente da ciclisti e automobili in transito, le riprese non hanno richiesto l’interruzione del traffico ordinario, spiega infine la nota di piazza Dante.