Costruttori di Pace per una pace disarmata. La petizione su IoScelgo
L’associazione Costruttori di Pace, insieme alla rete Communia, ha presentato una Lettera aperta a Papa Leone XIV per promuovere una “pace disarmata e disarmante” e la costruzione di ponti di dialogo, seguendo le parole dello stesso Santo Padre, che aveva chiesto un giorno di digiuno per lo scorso 22 agosto. La lettera si accompagna alla petizione, sulla piattaforma ilfattoquotidiano.it, con cui i Costruttori di Pace si rivolgono al Papa per richiedere un impegno di pace concreto e quotidiano, che tenga insieme dignità, giustizia, accoglienza e cura della Terra.
IL TESTO DELLA LETTERA
Santità,
con profonda riconoscenza desideriamo rivolgerci a Lei, come cittadine e cittadini, realtà della società civile, associazioni e persone impegnate nella promozione della pace, per accogliere e rilanciare il Suo messaggio pronunciato nei primi giorni del Suo pontificato, così ricco di speranza, memoria e continuità.
Viviamo un tempo segnato da guerre dichiarate e non dichiarate, da nuove tensioni e vecchie ingiustizie. Assistiamo con sgomento a stragi che colpiscono civili inermi, bambini e famiglie indifese, in contesti vicini e lontani, mentre l’ambiente viene ferito e il futuro delle giovani generazioni compromesso dall’indifferenza e dall’incapacità di fermare la violenza.
In questo contesto complesso e fragile, crediamo sia necessario affermare con forza che tutto è interconnesso. Le guerre, le disuguaglianze, i cambiamenti climatici, le migrazioni, la povertà e il degrado ambientale non sono crisi separate, ma manifestazioni di un’unica condizione di squilibrio, che prima ancora di essere ecologica è etica, sociale e relazionale. La fraternità, intesa come riconoscimento profondo dell’altro come parte della nostra stessa umanità, rappresenta in questo senso una risorsa vitale e antifragile. È una forza che, proprio nei momenti di crisi, sa rigenerarsi e contrastare i veleni della divisione e della paura.
E proprio in questo scenario, le Sue parole ci hanno colpiti con forza e verità:
“Questa è la pace del Cristo Risorto, una pace disarmata e una pace disarmante,
umile e perseverante. Proviene da Dio, Dio che ci ama tutti
incondizionatamente.”
“Aiutateci anche voi, poi gli uni gli altri a costruire ponti,
con il dialogo, con l’incontro,
unendoci tutti per essere un solo popolo sempre in pace.”
“Tutti, tutti coloro che hanno bisogno
della nostra carità, della nostra presenza, del dialogo e dell’amore.”
Queste parole rappresentano per noi un invito a non restare fermi. Un invito all’impegno, alla responsabilità e al coraggio di costruire ogni giorno relazioni basate sulla solidarietà, sulla giustizia e sul rispetto reciproco. La pace, per essere reale, non può essere solo invocata, deve diventare scelta quotidiana, concreta, condivisa. Una pace “disarmata e disarmante”, capace di smontare i linguaggi dell’odio, di ridurre le distanze, di generare fiducia attraverso l’umiltà e la perseveranza. In questa prospettiva, ogni cittadino e ogni comunità è chiamato a essere soggetto attivo e responsabile, costruttore di coesione e giustizia.
Ci riconosciamo nel Suo appello a “costruire ponti” tra popoli, culture, esperienze e condizioni di vita. Ponti fatti di ascolto, cooperazione e presenza. E nel richiamo a essere un solo popolo in pace, troviamo una responsabilità collettiva, quella di colmare le disuguaglianze e garantire a tutte e tutti i diritti fondamentali come base per una convivenza giusta e duratura.
Il Suo riferimento a “tutti coloro che hanno bisogno” ci richiama al dovere di non escludere nessuno, di riconoscere la dignità sociale e umana come fondamento dell’azione pubblica.
È compito nostro costruire una società accogliente, che ascolta, protegge, non giudica, e non lascia indietro nessuno. Una società che promuove la pace è anche una società che cammina, capace di interrogarsi, di cambiare rotta quando serve, di aprirsi al dialogo con chi soffre e con chi vive ai margini. È da lì, dai luoghi della fragilità e della fatica, che si rigenera la fiducia e si costruisce il futuro.
Condividiamo con convinzione la strada da Lei indicata nel recente discorso al Collegio Cardinalizio: una strada che raccoglie l’eredità profonda di Papa Francesco e si innesta nel solco aperto dal Concilio Vaticano II. Sua Santità ha detto: “Raccogliamo questa preziosa eredità e riprendiamo il cammino.” Ci sentiamo particolarmente toccati dal Suo invito alla “cura amorevole degli ultimi, e degli scartati” e al “dialogo coraggioso e fiducioso con il mondo contemporaneo nelle sue varie componenti e realtà”.
In questa eredità ritroviamo un richiamo forte alla conversione ecologica come cammino di pace. Papa Francesco, nella Laudato si’, afferma: “Non ci saranno nuove relazioni con la natura senza un essere umano nuovo. Non c’è ecologia senza un’adeguata antropologia” e ci ricorda che “tutto è connesso”. La cura del creato e la giustizia sociale non sono percorsi separati; entrambi rimandano a “un’unica e complessa crisi socio-ambientale” da affrontare con “una vera conversione interiore”.
Riconosciamo questo stesso orientamento anche nel pensiero del Cardinale Matteo Zuppi, che molti di noi sentono vicino per sensibilità e concretezza. Ha scritto che “la pace non si improvvisa: si costruisce ogni giorno, scegliendo la solidarietà e non l’indifferenza”, e che “solo la fraternità ci libera dal suo veleno così inquinante e pericoloso”, riferendosi all’odio, alla sfiducia, alla paura dell’altro. E ancora: “Siamo tutti collegati, ma i rapporti si smaterializzano, diventano sempre più sfilacciati, impalpabili, e ci sfuggono”. Per questo ci ricorda che “occorre la terra, per diventare fratelli tutti”.
Con questa lettera aperta, intendiamo unire le nostre voci e rinnovare l’impegno a favore della pace come progetto collettivo e orizzonte concreto. Una pace che non è solo assenza di conflitto, ma presenza attiva di giustizia sociale, dignità, inclusione, accesso ai diritti e libertà per tutte e tutti.
Desideriamo farLe giungere questo messaggio firmato da chi si è sentito e da chi si sentirà parte di questa visione, di questo cammino, di questa responsabilità. Insieme, chiediamo che la Sua voce continui a incoraggiare governi e società a percorrere strade di disarmo, dialogo, riconciliazione e corresponsabilità. E ci rendiamo disponibili a sostenere, con azioni concrete e quotidiane, percorsi di pace a partire dalle comunità, dai territori, dalle scuole, dalle famiglie, dalle istituzioni.
Siamo costruttori di pace.
E vogliamo esserlo con Lei, per il bene di tutti. Con rispetto e profonda stima,
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