Botte al sindaco di Valverde da un ex alleato che chiede scusa: «Io sotto stress ma per colpa sua»
Le parole (e la versione) di Salvatore Raciti: «Da Caggegi mesi di provocazioni»
Da alleati a nemici. Nella politica ci sta. È il gioco delle parti. Ma quello che è accaduto a Valverde, comune del Catanese, supera, di gran lunga, qualsiasi divergenza. Piazza del Santuario, a pochi passi dal palazzo di città, è diventata teatro di violenza che non è sfuggito all’occhio elettronico della videosorveglianza. Il sindaco di Valverde, Domenico Caggegi, è stata colpito in piena faccia dal consigliere d’opposizione (ed ex assessore) Salvatore Raciti.
Il primo cittadino era in macchina e stava parlando con un dipendente comunale, un elettricista. Il consigliere è sceso dalla sua auto, ha chiuso la portiera, ha fatto il giro della sua vettura, ha spostato l’uomo che stava parlando con il sindaco attraverso il finestrino e ha sferrato un pugno o uno schiaffo al sindaco. Caggegi ha messo la mano sullo zigomo sinistro, mentre l’elettricista e un’altra persona hanno allontanato Raciti che ha continuato a puntare il dito contro il sindaco. Una persona ha anche aperto la portiera della sua vettura invitandolo ad andare via ma il consigliere comunale è rimasto lì per diversi minuti.
Una sequenza di immagini estrapolata dalle telecamere piazzate nella piazza che ora è nelle mani dei carabinieri della compagnia di Gravina di Catania, che sta svolgendo le indagini.
«Sono scioccato e spaventato – ha affermato il sindaco Gaggegi a La Sicilia poco dopo l’aggressione – non mi aspettavo che si potesse arrivare a un gesto del genere soprattutto da un consigliere comunale che rappresenta i cittadini che lo hanno votato. Questa amministrazione crede nella legalità e condanna ogni forma di violenza». Il sindaco, dopo aver subito il colpo, ha chiamato i carabinieri e un’ambulanza. Poi è andato al pronto soccorso del Cannizzaro dove gli è stata diagnosticata una «tumefazione periorbitale all’occhio sinistro con prognosi di dieci giorni». Caggegi e Raciti si sono incrociati – è ricostruito nella denuncia – vicino alla casa del sindaco, in via Bonaventura, intorno alle 7 di ieri mattina. Entrambi erano in auto. Il primo cittadino ha capito dal comportamento del consigliere comunale che lo invitava a fermarsi. Caggegi intuendo – ha raccontato ai carabinieri – le cattive intenzioni di Raciti ha deciso di parcheggiare l’auto in piazza Del Santuario sapendo che era videosorvegliata. Nell’arco di pochi minuti è avvenuta l’aggressione. Prima di colpirlo, Raciti avrebbe detto al sindaco: «Io ti ammazzo se ci levi il pane ai miei figli».
Ma cosa c’è dietro l’aggressione? Il sindaco ha spiegato ai carabinieri che Raciti prima era un componente della maggioranza. Era stato anche assessore comunale. Poi si era dimesso dalla giunta ed era passato all’opposizione. Il consigliere comunale – questa la versione fornita ai militari – ha pubblicato dei post su Facebook dove lo accusa di essersi intromesso nella scelte delle famiglie sulla ditta di onoranze funebri a cui rivolgersi. Ricostruzione che il sindaco però «smentisce».Le accuse di “interferenze” il consigliere comunale però le conferma nella nota arrivata ieri sera in redazione. Raciti ammette che il gesto violento «non è giustificabile e per questo mi scuso pubblicamente, ma è stato il frutto di un anno di pesanti pressioni da parte del sindaco che subiamo io e mio fratello. Non si tratta di politica, ma di un attacco personale e ingiustificato: alle famiglie in lutto viene detto di non rivolgersi a noi, screditando il nostro lavoro e mettendo a rischio il pane dei nostri sacrifici».
Il consigliere ha detto di aver contattato «assessori e persone vicine al Gaggegi» per risolvere la questione, ma «nonostante gli avvisi il sindaco ha continuato imperterrito. Il paese è piccolo, la gente sa chi siamo e sa che siamo persone perbene. Negli ultimi mesi, le pressioni si sono trasformate in gesti e parole gravissime». Su quanto accaduto ieri mattina, Raciti spiega che «dopo un nostro post pubblico, incrociandolo per strada dall’auto il sindaco ha ribadito le stesse parole pesanti nei miei confronti. Da lì è nato un diverbio: non un’aggressione, ma un battibecco e una reazione di rabbia dopo oltre un anno di provocazioni e intimidazioni. Non mi sono svegliato la mattina ed è successo tutto all’improvviso: sono stato spinto dalle sue continue pressioni. E oggi, anziché assumersi le proprie responsabilità, continua a gonfiare la questione. La verità è chiara: la vera vittima sono io. Le campane vanno sempre ascoltate da entrambe le parti. Ho già dato la mia versione a chi di dovere e ora ci sono indagini in corso. Sarà la magistratura a fare chiarezza: la verità verrà a galla», è convinto Raciti.
Intanto al sindaco Caggegi sono arrivati gli attestati di solidarietà di diversi politici. A partire dal presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, che ha personalmente telefonato al primo cittadino di Valverde. «Solidarietà» anche da Giuseppe Lanzafame, responsabile degli Enti Locali della Lega per la provincia di Catania. Il sindaco di Acireale, Roberto Barbagallo, ha affermato: «Spero che Domenico si riprenda presto e che passato lo spavento passi la paura, affinché possa continuare con serenità e con la determinazione che lo contraddistingue l’attività politica». Oltre alla vicinanza, il sindaco di Catania Enrico Trantino evidenzia i rischi a cui sono esposti gli amministratori: «Quello che è accaduto a Valverde travalica ogni limite di civiltà e di rispetto istituzionale».«Episodi come questi non appartengono alla cultura del confronto civile e democratico e non possono trovare alcuna giustificazione», così il vescovo di Acireale, Antonio Raspanti ha condannato l’aggressione subita dal sindaco di Valverde. «Ricordo che la politica – ha aggiunto Raspanti – nella sua più alta e autentica vocazione è servizio al sociale: non terreno di scontro personale, ma spazio di impegno per la crescita della comunità».COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA