Festival del Mediterraneo di Genova, il programma 2025
Genova. Un concerto di fado al buio, i cori ancestrali della Lapponia declinati in suoni elettronici, uno spettacolo dedicato all’anniversario di Hiroshima e Nagasaki, strani strumenti musicali, Mozart cantato da tre artisti zulu e tanto altro alla 34esima edizione del Festival del Mediterraneo, presentata questa mattina a palazzo Tursi, sede del Comune di Genova, con gli organizzatori Echoart e gli assessori alla Cultura di Genova e Savona, Giacomo Montanari e Nicoletta Negro.
“La prima edizione di questa rassegna a Genova avvenne durante le Colombiane, in un contesto culturale completamente diverso per quanto riguarda sia la fruizione della musica sia le possibilità di viaggiare – dice Davide Ferrari di Echoart, da sempre direttore artistico del Festival del Mediterraneo – credo che siamo stati in grado di cambiare ed evolverci e proporre programmi sempre nuovi e calati nella contemporaneità“.
Rispetto alle edizioni precedenti, quest’anno il Festival del Mediterraneo si espande ulteriormente, offrendo ben 15 date che si svilupperanno lungo un calendario di oltre tre settimane, dal 30 agosto al 23 settembre. Ad animarlo musicisti, danzatori e performer internazionali che saranno protagonisti in alcune delle location più suggestive di Genova e, per la prima volta anche a Savona, trasformandole in palcoscenici globali.
Il Festival del Mediterraneo nasce con la vocazione di favorire l‘incontro tra tradizioni musicali e culture, generando nuovi dialoghi possibili: dalla musica mozartiana per pianoforte reinterpretata dalle voci zulu, al flamenco suonato con un’arpa, dai raga e dalle tabla indiane intrecciati con il beat box vocale, fino alle sei stagioni indiane che si affiancano alle quattro di Vivaldi. Tra le tappe di quest’anno spiccano anche due serate dedicate agli ottant’anni dalle esplosioni nucleari di Hiroshima e Nagasaki, in una rilettura corale che coinvolge voci, danze e musiche europee e giapponesi.
Il Festival del Mediterraneo ha portato in oltre tre decenni musiche provenienti da più di 80 paesi, alcune delle quali mai uscite dai loro territori di origine. Una memoria sonora che continua a vivere nel pubblico, nelle migliaia di spettatori che dal 1992 hanno potuto viaggiare attraverso il mondo grazie ai suoni del Festival.
Festival del Mediterraneo 2025, il programma
Si comincia sabato 30 agosto al Castello D’Albertis – Museo delle Culture del Mondo con il party inaugurale nel cuore panoramico di Genova e un dj set curato da Guido Sarpero a partire dalle 18.30. Alle 21 spazio agli straordinari Parveen & Ilyas Khan (India), virtuosi dei raga tradizionali e del beatbox.
Il Cortile di Palazzo Tursi ospiterà il 2 settembre la spagnola Ana Crisman, pioniera dell’arpa flamenca, e il 3 settembre l’indiana Jyotsna Srikanth insieme al giovane quartetto d’archi genovese NOG, in un inedito dialogo tra Le quattro stagioni di Vivaldi e le sei stagioni indiane.
La Fortezza del Priamar di Savona sarà cornice imponente per i tamburi giapponesi Taiko di Kyoshindo & Joji Hirota (5 settembre) e per Mozuluart (Zimbabwe/Austria), con il loro sorprendente Mozart in chiave africana (7 settembre).
La Claque di Genova diventerà palcoscenico per l’energia liberatoria della danza afro di Khoudia Touré &
Cheikh Fall dal Senegal (6 settembre) e l’Ex Caserma Gavoglio per Il Corpo Nucleare (12 settembre), performance di danza contemporanea e musica per commemorare l’80esimo anniversario di Hiroshima e Nagasaki, con la partecipazione di Joji Hirota.
L’atmosfera artica della finlandese Pelkka Poutanen avvolgerà La Claque, Teatro della Tosse, I’11 settembre, mentre il 13 e 14 settembre il Chiostro del Museo Diocesano ospitera’ Maegandang
(Corea del Sud), con il fascino antico degli strumenti haegeum, gayageum e geomungo.
Il Tiqu sarà teatro di due intense serate, il 18 e 19 settembre, con Elegia Atomica, nuova produzione del Festival con La Banda di Piazza Caricamento e la straordinaria voce di Sainkho Nameylak (Italia, Marocco, Tajikistan, Rwanda, Grecia, Repubblica di Tuva) e le note sospese di pianoforte di Angela Alferi.
Il 20 settembre si torna al Castello D’Albertis, sede espositiva di Echo Art, con “Concerto al Buio”, evento condotto dal fado portoghese di Dona Rosa, cantante non vedente.
Il 21 settembre torna al Festival dopo tanti anni Paolo Angeli, il talentuoso musicista sardo inventore di una chitarra che diventa violoncello e percussione allo stesso tempo, voluta anche da Pat Metheny.
Chiusura il 23 settembre nella maestosa Sala delle Grida di Palazzo della Borsa con Dervishes Remixed (Italia/Siria), un incontro magnetico fra la danza rotante dei dervisci sufi e il linguaggiodella musica e della danza contemporanea.
La conferenza stampa, Genova e Savona insieme
«La musica dal vivo – spiega Davide Ferrari, direttore artistico e organizzatore del Festival – rappresenta da sempre una forma privilegiata di condivisione collettiva, sensoriale ed emotiva, capace di evocare luoghi vicini o lontani, reali o immaginari. È memoria vivente che tramanda le storie dei popoli e al tempo stesso uno strumento con cui guardare al futuro, veicolo di cambiamenti, esplorazioni e incontri. Con un calendario che intreccia tradizioni ancestrali e sperimentazioni contemporanee, il Festival del Mediterraneo si conferma un punto di riferimento internazionale capace di raccontare l’identità e la diversità dei popoli attraverso il linguaggio universale della musica».
«Il Festival del Mediterraneo torna con un’edizione inedita che si preannuncia ricca di appuntamenti interessanti e che consentiranno agli spettatori anche di uscire dai confini mediterranei e di viaggiare, attraverso le arti performative, in tutto il mondo – dice l’assessore comunale alla Cultura del Comune di Genova, Giacomo Montanari – Parliamo di un festival di grande importanza, che ha ricevuto anche i contributi del Comune come uno dei vincitori dell’avviso pubblico “Genova città dei festival” 2025: un appuntamento che permetterà di scoprire sonorità ancestrali, tribali e che tramite musica e danza offrirà un’esperienza che sarà in grado di arricchire il nostro bagaglio umano e culturale».
«Il 34º Festival del Mediterraneo – afferma Nicoletta Negro, assessora alla cultura del Comune di Savona – da quest’anno fa tappa a Savona, in uno dei luoghi simbolo della Città: la nostra Fortezza del Priamar, che fu nella storia che accomuna proprio Genova e Savona, assedio, distruzione, morte, ma che oggi è vitalità, cuore pulsante di arte ed incontro. Questo progetto ci ha appassionato da subito, per il messaggio che porta in dote, come ponte culturale fra i Popoli e per il linguaggio universale che utilizza, la musica. Il tassello di questa edizione, vuole segnare una nuova tappa di lavoro, con l’auspicio che insieme a Genova, fucina di iniziative dall’alto valore culturale, si possa costruire sempre più in sinergia, la costruzione di nuove e proficue collaborazioni future, che portino benefici ad un territorio diffuso e ricco di contaminazioni che la nostra Liguria può offrire».