Il ghiacciaio Solda è in sofferenza: sempre più nero, ha perso 26 metri in un anno – Cronaca
In Alto Adige i ghiacciai arretrano a ritmi preoccupanti e il paesaggio alpino cambia di continuo. Il ghiacciaio Solda è il più sofferente tra quelli del gruppo Ortles-Cevedale: nel 2025 il suo fronte è arretrato di 26 metri rispetto al 2024.
Sono dati derivanti dai rilievi svolti nel cuore del Parco nazionale dello Stelvio, durante i sopralluoghi dei giorni scorsi nell’ambito della tappa altoatesina della Carovana dei ghiacciai di Legambiente accompagnata dagli operatori del Servizio glaciologico del Cai Alto Adige. La campagna è svolta in collaborazione con Cipra Italia e con la partnership scientifica della Fondazione glaciologica italiana
Attorno al letto di ghiaccio scomparso, si vedono ora colate detritiche e crolli, lembi di ghiacciaio morto, ma anche rock glacier, dall’altro il bosco e nuovi ecosistemi occupano gli spazi dove prima c’era il ghiaccio.
In Alto Adige i ghiacciai arretrano a ritmi preoccupanti e il paesaggio alpino cambia di continuo. Il ghiacciaio Solda è il più sofferente tra quelli del gruppo Ortles-Cevedale: nel 2025 la sua fronte è arretrata di 26 metri rispetto al 2024 ridisegnando anche il paesaggio intorno. Il bilancio della terza tappa di Carovana dei ghiacciai.Il ghiacciaio Solda del gruppo Ortles-Cevedale arretrato e sempre più nero. Il bilancio di Carovana dei ghiacciai in Alto Adige
«Importante monitorare, non solo i ghiacciai, ma anche l’evoluzione del paesaggio alpino per comprenderne gli eventuali rischi e adottare un modello di fruizione turistica meno consumistica, più sostenibile e capace di conciliare sviluppo territoriale e bisogni delle comunità locali», sottolineano gli esperti, che questa mattina, 26 agosto, hanno presentato i dati del sopralluogo in una conferenza svoltasi a Bolzano, negli spazi della galleria Civica.
Il Solda viene descritto insomma come un ghiacciaio in arretramento, sempre più di colore nero, coperto in larga parte da un mare di detriti, un mix di roccia, fango e ghiacciaio. Intorno un paesaggio alpino che cambia in maniera rapida e veloce.
«Nel 2025 – scrive la Carovana in una nota per la stampa – la fronte del ghiacciaio, stando alle misurazioni appena fatte dagli operatori, è arretrata di 26 metri rispetto al 2024 confermando il trend medio decennale di 20 metri l’anno di ritiro.
Un dato preoccupante in prospettiva storica se si pensa che nella seconda metà dell’800 il ghiacciaio arrivava poco a monte del parcheggio della funivia Solda, mentre oggi si concentra solo nella parte alta della montagna dove si alternano colate detritiche e lembi di ghiacciaio morto. Intorno, un paesaggio in continuo cambiamento: laghetti che si formano ad alta quota, un mare di detriti rocciosi che si estendono sopra e sotto la fronte del ghiacciaio, mentre bosco e nuovi ecosistemi si insediano dove prima c’era il ghiaccio».
Durante la tappa sono stati anche osservati fenomeni geomorfologici connessi allo stato del ghiacciaio: «In particolare preoccupa l’instabilità della morena laterale destra connessa alla fusione di nuclei di ghiaccio posti all’interno dei depositi glaciali e la crescita di coperture detritiche nel settore soprastante la fronte, per effetto di crolli e di colate, soprattutto dal fianco destro del ghiacciaio.
In generale preoccupa anche lo stato di salute dei ghiacciai in Alto Adige.
Dal 1997 al 2023, stando ai dati dell’ufficio Idrologia e dighe Provincia Autonoma di Bolzano, la superficie dei ghiacciai in Alto Adige si è quasi dimezzata passando da 122, 2 km2 a 72,2 km2.
In diminuzione anche il numero dei ghiacciai: se nel 1997 erano 234, nel 2023 si è passati a 203, mentre nello stesso periodo aumentano le placche glaciali passate da 325 a 729 unità a causa della frammentazione dei ghiacciai».
Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e presidente di Cipra Italia, commenta: «Sotto i nostri occhi il paesaggio glaciale alpino cambia: i ghiacciai arretrano, spariscono servizi ecosistemici e ne emergono di nuovi.
È quello che abbiamo contrastato anche in Alto Adige nella terza tappa di Carovana dei ghiacciai.
Questa trasformazione porta rischi crescenti, in quota e a valle, e impone una maggiore attenzione e un monitoraggio sia per comprendere meglio gli eventuali rischi sia per ripensare un modello di fruizione turistica della montagna.
Il turismo del futuro dovrà fondarsi su un rapporto sostenibile tra uomo e natura, come ricorda ogni anno il dossier Nevediversa di Legambiente.
Ripensare la gestione di questi spazi significa, però, anche mettere al centro le comunità locali, ascoltarne i bisogni e garantire una buona qualità della vita, sia per chi abita stabilmente la montagna sia per chi la frequenta. Solo in questo modo i beni comuni delle terre alte potranno avere un futuro: non come risorse da esaurire, ma come patrimonio condiviso».
Marco Giardino, vicepresidente della Fondazione glaciologica italiana e docente dell’Università di Torino, e Pietro Bruschi presidente del Servizio glaciologico Cai Alto Adige, aggiungono: «Dal confronto fra le osservazioni fatte in questa tappa della Carovana e altri dati raccolti dagli operatori glaciologici Sgaa, emerge che la deglaciazione in Alto Adige prosegue in modo diseguale nello spazio e nel tempo.
Se per il ghiacciaio della Vedretta Lunga nella Val Martello viene segnalato quest’anno un arretramento record di circa 240 metri (G. Benetton, Sgaa), per il ghiacciaio Solda la deglaciazione degli ultimi anni prosegue stabilmente intorno a 20 metri di media all’anno come ritiro frontale.
Queste differenze sono però accompagnate da una trasformazione del paesaggio alpino simile e molto intensa: si registrano colate detritiche che si sovrappongono al ghiacciaio stesso, emergono lembi di ghiaccio morto dalle morene, rock glacier si destabilizzano e dai versanti montuosi il materiale detritico viene trasportato rapidamente verso valle. In ogni caso il segnale che riceviamo è quello di una accelerazione del cambiamento del paesaggio alpino».
Il tema dell’arretramento dei ghiacciai in Alto Adige e il focus sul cambiamento del paesaggio alpino sono stati affrontati da Carovana dei ghiacciai insieme ad esperti e a rappresentati del CAI Alto Adige anche nel convegno dal titolo “Clima e ghiacciai. Le variazioni del paesaggio glaciale in Alto Adige”, organizzato ieri pomeriggio presso la sede del CAI Alto Adige, (Viale Europa 53). L’iniziativa ha avuto il patrocinio del Cai Alto Adige e del Servizio glaciologico Alto Adige. Con l’occasione è stato anche presentato il libro “I ghiacciai dell’Alto Adige” (Secchieri F. Bruschi P. – ed. Cierre).
Dopo le prime tappe in Svizzera, Lombardia e Alto Adige, la Carovana dei ghiacciai si sposterà in Germania dove arriverà per la prima volta per monitorare dal 26 al 29 agosto il ghiaccio Zugspitze. Poi tornerà in Italia, per l’ultima tappa in Piemonte, sui ghiacciai della Bessanese e della Ciamarella (dal 30 agosto al 2 settembre).
Obiettivo della campagna è il monitoraggio dello stato di salute dei ghiacciai alpini, in Italia e anche oltre confine, portando in primo piano diversi temi: dagli effetti della crisi climatica in quota e a valle, agli eventi meteo estremi che stanno ridisegnando il profilo della montagna, dall’overtourism alla tutela della biodiversità, dalle politiche di adattamento ai cambiamenti climatici alle buone pratiche di sviluppo sostenibile.
In soccorso dei giganti bianchi. Legambiente con Carovana dei ghiacciai 2025 invita tutti a firmare la petizione on line “Una firma per i ghiacciai” per chiedere al governo azioni concrete partendo dall’attuazione di 7 interventi indicati nel Manifesto per una governance dei Ghiacciai e salvare il nostro ecosistema.