Isola Capo Rizzuto si stringe nel dolore: l’addio a Filippo Verterame diventa un appello contro la violenza
La comunità di Isola Capo Rizzuto si è fermata per dare l’ultimo saluto a Filippo Verterame, il giovane di 22 anni morto lo scorso 19 agosto al culmine di una rissa in località Le Cannella. Il duomo e la piazza antistante erano gremiti di persone, unite da un dolore profondo ma anche da un forte bisogno di riflessione, guidate dalle parole di don Francesco Gentile, parroco di Isola.
“Oggi siamo qui con il cuore spezzato – ha detto il sacerdote – Non possiamo accettare la tragica perdita di un giovane come Filippo. Sentiamo il desiderio di stringerci in un abbraccio comune, di stare vicini alla famiglia, agli amici, a tutta la comunità”. Tra i momenti più toccanti, il parroco ha voluto sottolineare il gesto di straordinaria generosità compiuto dai genitori del ragazzo, che hanno acconsentito alla donazione degli organi. “Un gesto coraggioso – ha affermato – che permette ad altre vite di continuare e che ci parla di un amore che supera il dolore e la morte. È un esempio di speranza e dedizione che ci invita a riflettere”.
Nell’omelia, don Gentile non si è limitato al conforto, ma ha lanciato un forte appello contro la violenza: “Basta con ogni forma di violenza che distrugge e sconvolge. La violenza nasce dalla codardia e dall’incapacità di dialogo. Non dobbiamo più consentire che la rabbia e il risentimento decidano delle nostre vite. Questa tragedia ci obbliga a scegliere da che parte vogliamo stare”. Un messaggio rivolto soprattutto ai giovani: “Isolate i violenti, non li ammirate. Non sono modelli da seguire. Per onorare la memoria di Filippo, rigettate ogni forma di odio e di sopraffazione”.
Ma anche agli adulti è stata affidata una responsabilità precisa: “Siamo chiamati ad essere testimoni, custodi di relazioni fraterne ed esempi concreti di amore e responsabilità. Vogliamo lasciare ai nostri figli un futuro di rancori e vendette o un futuro di pace e speranza?”. Il parroco ha concluso l’omelia con un invito che vuole trasformare il dolore in scelta di vita: “La morte di Filippo non sia solo una pagina di cronaca, ma un appello che ci scuota, che ci chiami a vivere in modo nuovo, fondato sull’amore, sulla fraternità e sulla speranza”.
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