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chi erano i reporter di AP, Reuters e Al Jazeera

Mariam Abu Daqqa era una freelance che lavorava per diverse testate tra cui l’agenzia Associated Press. Mohammed Salama era un cameraman della tv qatarina Al Jazeera. Moaz Abu Taha collaborava con l’agenzia Reuters, per la quale lavorava a contratto anche Hussam al-Masri. Invece Ahmed Abu Aziz collaborava con l’agenzia palestinese Quds Feed Network. Anche il fotografo Hatem Khaled, collaboratore dell’agenzia di stampa internazionale, è rimasto ferito. Ecco chi sono gli operatori dell’informazione rimasti vittima dell’attacco israeliano al Nasser Hospital di Khan Younis.

Mariam Abu Daqqa, collaboratrice di Ap. Trentatre anni, Mariam Abu Daqqa era una video-reporter che lavorava come freelance per l’agenzia Associated Press fin dall’inizio della guerra, così come per altre testate come Independent Arabia. Quest’ultima ha affermato che Daqqa è stata un “esempio di dedizione e impegno professionale” e che ha portato “la sua telecamera nel cuore del campo, trasmettendo la sofferenza dei civili e le voci delle vittime con rara onestà e coraggio”. Ap ha dichiarato di essere rimasta scioccata e addolorata nell’apprendere della sua nonché delle morti degli altri giornalisti. “Stiamo facendo tutto il possibile per garantire la sicurezza dei nostri reporter a Gaza mentre continuano a fornire testimonianze oculari cruciali in condizioni difficili e pericolose”, ha affermato l’agenzia.

Mohammed Salama, cameraman di Al Jazeera. “I giornalisti che conoscevano Salama – ricorda l’emittente televisiva del Qatar – affermano che era coraggioso, gentile e determinato a trasmettere la verità sulle sofferenze a Gaza”. Il giovane era fidanzato con la collega Hala Asfour e le aveva regalato un sacchetto di pane. “In tempo di guerra, un sacco di pane è simbolo di amore, pazienza e vita”, aveva raccontato la giovane in un video condiviso da AJ+ nel 2024. Volevano “aspettare la fine della guerra per sposarsi, in modo da poter celebrare insieme un cessate il fuoco e la loro unione”, ricorda ancora l’emittente. Il corrispondente arabo di Al Jazeera, Hani al-Shaer, ha descritto Salama come un giovane generoso che “non si è mai fermato né stancato” nel perseguire il suo lavoro, al punto da rifiutarsi di lasciare Khan Younis.

Ahmed Abu Aziz, reporter di Quds Feed Network. Lavorava spesso all’ospedale Nasser, dove documentava l’impatto degli attacchi delle Idf sulla popolazione civile palestinese. L’esercito israeliano, ricorda il quotidiano britannico Guardian, aveva colpito anche la sua abitazione. “Mi sentivo come se fossi completamente solo e l’unico rimasto a terra mentre molti altri miei colleghi venivano uccisi”, aveva scritto in un articolo per Middle East Eye un anno fa, a proposito della sua esperienza come giornalista a Gaza.

Hussam al-Masri e Moaz Abu Taha, collaboratori di Reuters. “Siamo sconvolti nell’apprendere che il cameraman Hussam al-Masri, un collaboratore esterno della Reuters, è stato ucciso questa mattina negli attacchi israeliani all’ospedale Nasser di Khan Younis a Gaza”, ha fatto sapere un portavoce dell’agenzia. Al-Masri, riferisce Reuters, è stato ucciso nei pressi di una postazione di trasmissione in diretta al piano superiore, appena sotto il tetto dell’ospedale, in un primo attacco. Funzionari e testimoni hanno affermato che l’esercito israeliano ha poi colpito il luogo una seconda volta, uccidendo altri giornalisti, nonché soccorritori e medici accorsi sul posto per prestare aiuto.

Anche Moaz Abu Taha, un giornalista freelance il cui lavoro era stato occasionalmente pubblicato da Reuters, è stato ucciso, e il fotografo Hatem Khaled, collaboratore esterno della Reuters, è rimasto ferito”. “Stiamo cercando urgentemente maggiori informazioni e abbiamo chiesto alle autorità di Gaza e di Israele di aiutarci a ottenere assistenza medica urgente per Hatem”, ha aggiunto il portavoce. In un primo momento era stato riferito che Taha lavorasse per Nbc, ma l’emittente televisiva statunitense ha smentito la circostanza.


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