Sofia Kourtesis – Volver: Sfavillii latin-house di gioia e lotta :: Le Recensioni di OndaRock
Sin dalle prime prove con lo Studio Barnhus la house di Sofia Kourtesis ha mostrato immediatamente di saper fondere il particolare col generale, di poter contenere innumerevoli riferimenti al proprio vissuto e proprio per questo raccontare scene, contesti, muovendosi sul sottilissimo crinale che separa il tributo dall’invenzione. “Madres”, l’album rivelazione di due anni addietro, ha portato alle estreme conseguenze tale approccio, evidenziando tutta la personalità di un linguaggio composito, naturalmente trascinante. Prendendo ispirazione dall’omonimo classico del grande Pedro Almodóvar, “Volver” prosegue sulla linea tracciata dal suo predecessore, presentando un piccolo bouquet di brani che trae forza dalla molteplicità dei suoi rimandi, da un universo concettuale che guarda comprensibilmente al Perù e alla sua ricca eredità culturale, ma che prima di ogni altra cosa nasce come gesto d’amore, specialmente nei confronti della comunità trans che tanto ha sostenuto e ispirato gli sforzi della producer. Perché è sempre lì che si torna, dove il cuore batte più forte.
In questo nuovo caleidoscopio di ritmi e sensazioni, le scelte ritmiche di Kourtesis sono sempre il piatto forte nel menù, un tripudio di colori ed energia che testimoniano tanto della filosofia e della pletora di ispirazioni proprie della producer. In questo senso il fuoco che animò l’album arde con forza rinnovata nei momenti in cui l’espressività dei brani prende una strada marcatamente pop, colpendo di carattere e immediatezza: è il caso di “Canela pura”, giustamente scelta come singolo apripista, affare torrido e fragrante, house sampledelica speziata di pimpanti agganci melodici e sensuali finezze espressive. Anche “Corazón”, con la sua vellutata indolenza ibicense e una spiccata impostazione canora (piena di vitalità e speranza, specialmente sul ritornello), è della stessa partita, chiarisce immediatamente il messaggio di fiducia insito nello sviluppo dell’Ep.
È quando i brani preferiscono dare maggiore spazio a suono e beat che la bussola non segna chiaramente la direzione: è il caso di “Unidos”, nervosa architettura sonora escogitata assieme a Dan Snaith, indubbiamente perentoria nel suo esortare alla lotta, ma al netto dell’ostinato loop di base fin troppo zeppa di campionamenti e interruzioni per incidere con forza. E così “Nitzan and Aminaa”, col suo tastierismo sincopato in bella vista, fa al contrario molto poco per sfuggire a un approccio produttivo troppo impostato, per quanto dotato di una sua intrinseca suadenza.
Anche con qualche tentennamento di troppo, Kourtesis traccia comunque percorsi intriganti in vista del futuro, prossimo o non che sia. Con importanti contributi di cajón e innesti cantati che omaggiano la figura di Amador Ballumbrosio, importante esponente della cultura afro-peruviana, l’omonimo brano ritaglia una nicchia ancor più profonda in quel mélange dance-folk che è suo marchio di fabbrica, ma che possiede ancora enormi margini di esplorazione. Le prossime mosse della producer peruviana sapranno indicarci fino a dove si vorrà spingere.
19/08/2025