Salute

Schillaci vuole che i dipendenti della sanità escano dalla Pubblica amministrazione

Togliere i dipendenti della sanità dal perimetro della Pubblica amministrazione, in modo da ridurre le rigidità contrattuali. È la nuova idea del ministro della Salute, Orazio Schillaci, per favorire le assunzioni di medici e infermieri nel Servizio sanitario nazionale. Non è ancora chiaro dove il ministro pensi di dirottare questi lavoratori, in nome della flessibilità, ma i sindacati sono già preoccupati. Per Funzione Pubblica Cgil, si tratta di “un’implicita ammissione dell’inefficacia del nuovo Ccnl sanità, che non riesce ad essere attrattivo e a rispondere ai bisogni del servizio sanitario nazionale e dei suoi dipendenti”.

La proposta è stata illustrata dallo stesso Schillaci, in un’intervista al quotidiano La Stampa. Descrivendo le misure a tema sanità che potrebbero essere incluse nella prossima legge di Bilancio, il ministro ha indicato come priorità la risoluzione delle gravi carenze di organico nell’Ssn. “Assumeremo personale, anche con contratti, sia orari che retributivi, più flessibili – ha dichiarato -. Per fare questo stiamo pensando di togliere i dipendenti della sanità dal perimetro della Pubblica amministrazione, che comporta molte più rigidità contrattuali”. Schillaci, uscendo da un incontro con il titolare dell’Economia, ha messo sul tavolo un po’ di numeri della prossima Finanziaria – tutti da verificare considerando come furono disattesi i proclami del governo nella scorsa Manovra: “Ho appena incontrato Giancarlo Giorgetti e posso dire che non solo non arretreremo di un centimetro nel rapporto spesa-pil (che è tra i più bassi d’Europa, per una cifra oggi pari al 6,3% del pil, contro il 9-11% di Francia, Germania e Regno Unito, ndr) ma aumenteremo il Fondo sanitario 2026 di circa 6 miliardi (di questi, 4 erano già stati stanziati dalla precedente finanziaria, ndr), più dei 5,4 miliardi dello stanziamento record del 2020 per contrastare l’emergenza Covid”, ha dichiarato Schillaci.

Queste risorse, spiega il ministro, saranno investite in tre priorità. “Prima di tutto assumeremo personale”, poi “vogliamo aumentare le risorse per la prevenzione, perché con una popolazione che invecchia diventa una scelta obbligata, visto che un over 65 consuma in sanità tre volte tanto un under”. In terzo luogo “metteremo soldi per finanziare il nuovo piano sulla salute mentale, perché purtroppo il malessere psichico è una vera emergenza, soprattutto per i nostri ragazzi”, ha dichiarato. Poi, incalzato sulla nomina dei due medici con posizioni anti vaccinali nel nuovo Nitag (Gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni), risponde: “Vedremo se è sfuggito qualcosa. Nel gruppo ci sono 22 esperti, tra cui scienziati di prim’ordine. Nel Consiglio superiore di sanità che ho appena nominato non credo ci sia un solo componente che non riconosca l’importanza dei vaccini. A passare per no-vax proprio non ci sto”.

“La dichiarazione del ministro sulla possibilità di togliere i dipendenti della sanità dal perimetro della Pubblica amministrazione ci preoccupa tantissimo”, commenta Fp Cgil. “Schillaci continua a parlare della necessità di assumere nuovo personale. Noi non possiamo che concordare, ma dobbiamo prendere atto del fatto che finora si è trattato solo di parole. Infatti, dagli ultimi dati del Conto annuale Mef 2023, emerge che oltre il 70% delle ultime assunzioni fatte sono state di personale che già lavorava all’interno del Servizio Sanitario Nazionale ma come precario. Non si tratta dunque di nuovo personale per rafforzare la sanità pubblica ma di stabilizzazioni ottenute grazie alle nostre battaglie – precisa -. Quella della precarietà, poi, è una piaga ancora presente che coinvolge oggi 36mila persone e che vede un aumento di contratti di collaborazione che oggi sono 14mila. La sanità pubblica ha bisogno di 510mila nuove assunzioni per sostituire il personale che nei prossimi anni andrà in pensione e potenziare ospedali, ambulatori e tutti i servizi sanitari. Chiediamo al Ministro un confronto strutturato con i sindacati per discutere insieme di un piano straordinario di nuove assunzioni e di come rendere attrattive le professioni sanitarie; temi a cui il nuovo contratto rinnovato, da noi non firmato, non risponde in alcun modo”, conclude la Fp Cgil.


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