Polemica a Nuoro: Assessore in pensione, indennità da 4.912,69 legittima o no?
La nomina di Domenico Cabula ad assessore del Comune di Nuoro e la conseguente percezione di un’indennità mensile di € 4.912,69 hanno scatenato un’accesa polemica. Al centro del dibattito, la liceità di conferire un incarico retribuito a un soggetto già in pensione, una questione che divide l’opinione pubblica e gli esperti.
LE TESI A CONFRONTO CHI HA RAGIONE Da un lato, il cittadino Felice Corda con una pregressa esperienza nella pubblica amministrazione dal proprio profilo social sostiene che l’indennità non sia dovuta. La sua argomentazione si basa sull’articolo 5, comma 9, del D.L. 95/2012, che vieta espressamente l’attribuzione di incarichi retribuiti a pensionati, salvo un’eccezione: quella dei componenti eletti direttamente con il voto popolare. Poiché Cabula non è stato eletto, ma nominato dal sindaco, secondo questa interpretazione non avrebbe diritto all’indennità. A supporto di questa tesi viene citato anche un parere della Corte dei Conti del Lazio (delibera n. 88/2021/par), che sembrerebbe ribadire la necessità dell’investitura popolare per la legittimità del compenso.
Dall’altro lato, il sindaco Emiliano Fenu difende la legittimità dell’indennità di Cabula. La sua posizione si fonda su una lettura diversa della normativa. Fenu afferma che l’articolo 5, comma 9, non si applica agli incarichi politici, come quello di assessore, ma esclusivamente a ruoli dirigenziali o di consulenza. L’assessore, essendo un organo politico di nomina fiduciaria del sindaco, rientrerebbe in una categoria differente. A conferma di questa interpretazione, vengono citati numerosi pareri della Corte dei Conti di diverse regioni (Toscana n. 72/2020, Liguria n. 45/2019, Emilia-Romagna n. 36/2019), che sosterrebbero la possibilità per i soggetti in quiescenza di ricoprire incarichi da assessore e percepire l’indennità. Viene inoltre sottolineato come l’articolo 46 del TUEL consenta espressamente la nomina di assessori esterni al consiglio comunale, una pratica comune per avvalersi di competenze specifiche.
IL PUNTO DELLA DISCORDIA – La controversia, quindi, ruota attorno alla natura dell’incarico di assessore. È un incarico politico, esentato dai limiti imposti ai pensionati, o rientra nelle tipologie di incarichi vietate se retribuite? La questione è complessa e le interpretazioni giuridiche sono discordanti, come dimostrano i pareri della Corte dei Conti citati da entrambe le parti, provenienti da sezioni diverse. La polemica, amplificata dai social, mette in luce un aspetto di una normativa che forse meriterebbe maggiore approfondimento negli uffici comunali.
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