Puglia

Bari, al teatro in carrozzina ma non ci sono posti riservati

“Cronaca di una discriminazione annunciata”. È la denuncia social di Federica, ragazza affetta da disabilità motoria con una grande passione per il teatro. Ed è proprio il teatro a essere terreno di scontro con la sua condizione. “Questa storia comincia martedì 5 agosto, di mattina”, scrive Federica, elettrizzata per la notizia dello spettacolo “Donna narrata, donna…” ​di e con Drusilla Foer organizzato dalla Camerata Musicale Barese, in occasione della Rassegna I Giovedì della Camerata.

“Contatto il botteghino e ancora prima che riesca a domandare se ci siano posti per persone con disabilità e accompagnatore, mi viene detto, in maniera piccata, che l’evento è sold out – continua Federica nel suo post – Scelgo di approfondire e, cortesemente, domando di sapere quanti e quali posti siano stati riservati e, effettivamente, occupati, da persone in carrozzina. Con qualche tentennamento nella voce, mi viene paventata l’ipotesi di assistere allo spettacolo da sola, senza accompagnatore”. L’accesso con accompagnatore è un diritto per le persone affette da disabilità che la ragazza rivendica. Mi viene suggerito di scrivere all’indirizzo mail riportato sul sito web. Scrivo, interessata a ottenere una risposta alla mia richiesta specifica, proprio alla luce del pienone previsto.

Dopo qualche ora, ricevo risposta in cui viene, altrettanto sbrigativamente, ribadito che non sia possibile prenotare due posti. Mi intestardisco e, per una questione di principio, chiedo di nuovo quanti e quali posti siano riservati a persone in carrozzina”.
Tutto tace. Nessuna risposta, nessun riscontro. Federica non molla e si reca personalmente sul posto per un confronto diretto. Stando al racconto, in attesa per lo spettacolo vi sono molte persone, ma nessuno spettatore in carrozzina. Alla richiesta di poter acquistare due biglietti, l’accesso le viene nuovamente negato. La ragazza fa presente che sia opportuno riservare dei posti per persone con disabilità motoria in proporzione alla capienza del luogo in esame, ma la risposta è secca: “E chi l’ha detto?” – riporta amareggiata – Ancora una volta. L’ennesima. L’accessibilità agli eventi dal vivo, se sei una persona con disabilità, nel 2025, è soggetta al libero arbitrio di un sistema che continua a discriminare”.
Federica nel suo post denuncia una condizione non fisica, ma una condizione sociale. Non una disabilità motoria, ma una incomprensione generale. “Sono stanca, avvilita, stufa. Alla fine della storia, resta sempre tanto amaro in bocca e nel corpo tutto”, conclude.




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