“Niente più maremoto in Canal Grande… ma come abbiamo potuto tollerare quel degrado?”. La lettera
“Niente più maremoto davanti alla Ca’ di Dio, in Canal Grande, alle Fondamente Nuove…”.
Anche stamane, ennesimo giorno dell’entrata a regime del SiSa, esco presto in Bacino San Marco per monitore lo stato delle acque.
Fino a qualche giorno fa, al mattino presto, in assenza di controlli e sanzioni – qualsiasi transito in bacino avveniva sforando abbondantemente i limiti imposti e con conseguente degenerazione di onde e martellamento delle rive. E pericolo per la navigazione. Ma così in ogni rio. Ogni giorno dell’anno. Da decine e decine di anni. Da che ognuno di noi ha memoria.
E quindi ancora stamane, con la certezza della sanzione, tutti a navigare entro i limiti, niente più maremoto davanti alla Ca’ di Dio, in Canal Grande, alle Fondamente Nuove.
E uno si chiede: ma come abbiamo potuto tollerare tutto questo? Ma quale altra comunità avrebbe mai potuto permettere tale situazione di degrado del rispetto delle regole?
Regole infrante dagli interessi delle categorie attente solo a sfruttare al massimo il giacimento turistico, regole infrante dai diportisti inconsapevoli e dai ragazzini incoscienti. Con il conseguente danno ambientale e sociale a spese della comunità, e non solo quella cittadina ma anche quella economica.
Regole che, si badi bene, non vennero fatte a caso. Non è un legislatore si è svegliato una mattina e ha deciso così che i 5/7/11/20 km/h come limiti andavano imposti. Prima ci sono stati studi sulle onde e sulla larghezza dei canali, sulle carene, sulle barene e sedimenti, sull’articolato dei canali in città e laguna. E sulla sicurezza. E tutto negli anni novanta del secolo scorso. E con limiti pensati con volumi di traffico decisamente minori. E che ora sicuramente per certe imbarcazioni andrebbero rivisti al ribasso, data l’onda che creano anche pur rispettando le regole.
Un plauso quindi a questi amministratori che su questo fronte hanno rotto gli indugi.
Molto lavoro resta da fare: una conversione delle motorizzazioni e delle carene, un piano del traffico premiante, la razionalizzazione del trasporto merci con la realizzazione di un interscambio.
Ma per il momento la questione è: quanto durerà questo stato di grazia delle acque?
Attenzione che la comunità delle cittadine e cittadini non tollererà nessun passo indietro ed è pronta a dimostrarlo.
Massimo Brunzin
cittadino di Venezia
Source link