Tentato omicidio a Corato, contestata l’aggravante mafiosa
Contestata l’aggravante del metodo mafioso per il tentato omicidio avvenuto a Corato la sera del 6 marzo. Un passo avanti per le indagini sul caso che ha visto vittime due giovani incensurati, finiti al centro di un agguato. Lo scorso 25 maggio la Polozia di Stato aveva eseguito l’ordinanza di custodi cautelare in carcere nei confronti di due soggetti – marito e moglie – ritenuti, in concorso con altri, responsabili del tentato omicidio di un ragazzo ed una ragazza, quest’ultima risultata avulsa da qualsiasi contesto criminale. Un agguato avvenuto lo scorso 6 marzo, verso le 21 nella piazza centrale di Corato, luogo noto della movida.
Le indagini, poi proseguite con il coordinamento di questa Direzione Distrettuale Antimafia, avrebbero evidenziato l’esistenza di un contesto mafioso alla base dell’agguato e un contrasto tra due gruppi criminali locali per il controllo di una piazza di spaccio. Nel corso delle investigazioni è emerso che i due indagati farebbero parte di un gruppo criminale più strutturato e vicino al clan Capriati di Bari, lì rappresentato da un pregiudicato, tuttora detenuto, che risulta indagato per i medesimi reati. A tutti è stato contestato il reato di tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso.
L’esecuzione del provvedimento cautelare, da parte degli agenti della squadra mobile della Questura di Bari e del commissariato di polizia di Corato, questa mattina 8 agosto, è stata supportata da una serie di perquisizioni sul territorio della cittadina del nord barese e presso le carceri di Trani e San Gimignano.