Ema Stokholma denuncia i rischi dello sharenting: “Non vi rendete conto dei danni ai bambini”
Al centro dell’attenzione c’è la showgirl Belen Rodriguez, che pubblica abitualmente foto della figlia di quattro anni, Luna Marì, sui suoi profili social. La conduttrice e speaker radiofonica Ema Stokholma ha espresso un duro giudizio su questa abitudine, definendola un pericolo per i piccoli.
Attraverso Instagram Stories, Stokholma ha lanciato un severo monito: “Ma cosa state facendo ai vostri figli? Mi sa che non vi rendete conto dei danni e del pericolo di mostrarli sempre (devo ricordarvi che razza di uomini ci sono in rete?). Tra l’altro solo e soltanto per dei like! Non dimostrate per nulla di volergli bene. Anzi!” Il richiamo riguarda soprattutto i rischi della sovraesposizione dei minori, che possono essere sfruttati o danneggiati da persone con cattive intenzioni.
Sharenting a scuola: un rischio in crescita tra docenti e genitori
Il fenomeno dello sharenting non è confinato ai soli contesti familiari o di personaggi famosi, ma si estende anche alle scuole, dove l’uso dei social network per condividere foto e video degli alunni sta aumentando sensibilmente.
Pubblicare immagini dei bambini in aula o durante le attività scolastiche espone i minori a rischi concreti come il furto di identità, il cyberbullismo, l’adescamento online e la violazione della privacy. Spesso manca la consapevolezza degli adulti circa le conseguenze di questa esposizione, e la divulgazione avviene senza il consenso esplicito dei genitori o dei diretti interessati.
Esperti sottolineano come la pubblicazione indiscriminata possa compromettere la reputazione futura del minore e favorire contatti indesiderati con soggetti pericolosi. Inoltre, si evidenzia la necessità di porre limiti all’uso dei social da parte di docenti e famiglie in ambito scolastico per tutelare la riservatezza e la protezione dei dati personali dei minori.
Le norme e le indicazioni per la tutela della privacy dei minori
Lo sharenting apre importanti questioni legali ed etiche.
Secondo il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR), la privacy è un diritto che tutela anche i bambini, e i genitori devono agire con responsabilità nella diffusione di immagini e contenuti riguardanti i figli. Alcuni Paesi europei hanno adottato misure specifiche per contrastare la sovraesposizione e proteggere l’identità digitale dei minori, sanzionando comportamenti che possono ledere questo diritto. Anche a livello pedagogico si stanno sviluppando iniziative per sensibilizzare insegnanti, genitori e operatori scolastici sull’importanza di rispettare la privacy dei bambini e di evitare la pubblicazione non autorizzata di immagini o dati personali.
In particolare, si suggerisce la proibizione di riprese e foto di minori a scuola senza consenso e la limitazione dell’uso di chat e social delle classi a scopi ufficiali e controllati.
Le parole della conduttrice ci spingono a riflettere, dunque, su un tema sempre più urgente: la necessità di bilanciare il desiderio di condividere momenti di vita con la responsabilità di salvaguardare la sicurezza e la dignità dei bambini nel mondo digitale e reale. A scuola come a casa, la protezione dei minori deve essere un impegno costante di tutti gli adulti coinvolti.
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