Violenza in carcere: infermiera aggredita da un detenuto. Il Sappe: “Situazione ormai fuori controllo”
Non si ferma la spirale di violenza all’interno del carcere di Spoleto. Lunedì sera, un detenuto di origini extracomunitarie, appartenente al circuito di media sicurezza protetti, ha aggredito violentemente un’infermiera che stava somministrando la terapia medica. La donna ha riportato lesioni al collo giudicate guaribili in cinque giorni.
Grazie all’immediato intervento del personale di Polizia penitenziaria, reso possibile anche dalle recenti norme a tutela degli operatori sanitari, è stato possibile procedere all’arresto in flagranza di reato. L’arresto è stato successivamente convalidato dall’autorità giudiziaria, che ha disposto la custodia cautelare in carcere per l’uomo.
Si tratta dell’ennesimo episodio di violenza all’interno dell’istituto spoletino: solo nell’ultimo mese si sono registrate altre due aggressioni ai danni di un assistente capo e di due agenti della polizia penitenziaria, che hanno riportato ferite con prognosi complessive di 20 giorni.
Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria torna a denunciare una situazione ormai al limite. “Sono anni che segnaliamo le condizioni di invivibilità di questo carcere – dichiara il segretario regionale del Sappe Umbria – soffriamo una carenza di organico mai vista prima, oltre a un sovraffollamento insostenibile nel circuito della media sicurezza. Ma dal Provveditorato di Firenze nessuna risposta, nessun segnale, se non quello di inviare dieci agenti in più per il festival cittadino, come se l’ordine pubblico a un evento fosse più importante della salute dei nostri colleghi”.
Il sindacato esprime la propria solidarietà all’infermiera aggredita e al personale di polizia penitenziaria coinvolto: “A loro va la nostra vicinanza e il nostro sostegno. Ma è chiaro che servono interventi urgenti, prima che accada qualcosa di irreparabile”.
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