Virus West Nile, estese le misure di contenimento e prevenzione anche alla Asl Roma 3
Occhi puntati anche nella Capitale. Dopo i casi registrati a Latina, Roma 6 e Frosinone, le misure di prevenzione e contenimento sono state estese anche alla Asl Roma 3.
A far scattare il campanello d’allarme è stato un nuovo caso di infezione riscontrato su una donna di 77 anni, ricoverata allo Spallanzani, con una probabile esposizione nel quartiere Infernetto.
A deciderlo è stata la cabina di regia regionale che, insieme agli esperti dell’Istituto Spallanzani e dell’Istituto Zooprofilattico del Lazio e Toscana, ha messo a punto una strategia di contenimento per fermare l’avanzata del virus.
Casi in aumento: 106 dall’inizio dell’anno, 7 decessi
I numeri parlano chiaro. Dal primo gennaio 2025 a oggi, nel Lazio si sono registrati 106 casi confermati di infezione da virus West Nile. La maggior parte – ben 98 – si concentra nella provincia di Latina, ma il virus ha ormai raggiunto anche i territori di Roma e Frosinone.
Negli ultimi giorni sono emersi 12 nuovi casi, di cui 4 con sindrome neurologica, la forma più pericolosa dell’infezione.
Al momento:
20 pazienti sono ricoverati;
20 sono stati dimessi;
58 stanno affrontando la malattia da casa;
1 è in terapia intensiva;
7 purtroppo non ce l’hanno fatta.
Zanzare sotto osservazione: la mappa dei focolai
Le zanzare del genere Culex pipiens sono le principali responsabili della trasmissione. Preferiscono luoghi umidi e stagnanti, come canali, canalette di scolo e tombini.
Per questo le autorità hanno disposto disinfestazioni mirate in un raggio di 200 metri dai possibili focolai e sollecitato i Comuni a censire e trattare periodicamente i corpi idrici a rischio.
Anche la cittadinanza è chiamata a fare la propria parte: eliminare l’acqua stagnante da sottovasi, secchi, bidoni e qualsiasi contenitore all’aperto che possa trasformarsi in una nursery per le zanzare.
Attenzione ai sintomi: febbre, mal di testa, disturbi neurologici
Il virus West Nile può presentarsi con sintomi lievi, come una semplice febbre, ma in alcuni casi può evolvere in forme gravi, specie nelle persone anziane o fragili.
Le Asl hanno ricevuto indicazione di includere il virus nelle diagnosi differenziali in presenza di encefaliti, meningiti o paralisi improvvise.
Sebbene il virus non si trasmetta da persona a persona, né attraverso il contatto diretto, la vera arma resta sempre la prevenzione: usare repellenti, indossare abiti chiari e coprenti nelle ore serali, installare zanzariere alle finestre.
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