Società

Educazione sessuale a 5 anni? Scoppia la guerra in Parlamento. La Lega contro PD e M5S: “Vogliono sostituire mamme e papà con attivisti ideologizzati trans e LGBT di estrema sinistra”

Nel corso delle audizioni, secondo Sasso, sono emersi orientamenti che definisce “pericolosi” da parte delle associazioni e degli “esperti” invitati dalle opposizioni.

L’accusa principale riguarda la presunta intenzione di sottrarre alle famiglie il ruolo educativo primario sui temi dell’affettività, introducendo “lezioni di educazione sessuale” a partire dai cinque anni attraverso interventi di psicologi e sessuologi.

Il deputato ha criticato particolarmente l’approccio che definirebbe i minori “piccole persone” da educare obbligatoriamente su tematiche come fluidità sessuale, identità trans e superamento del binarismo sessuale.

La difesa del DDL Valditara e l’attacco alle “ideologie”

Sasso ha difeso con forza i disegni di legge Valditara e Sasso, che introducono il principio del consenso informato preventivo delle famiglie per ogni progetto scolastico riguardante educazione sessuale e affettiva. Secondo il parlamentare leghista, informare le famiglie sui progetti scolastici rappresenta un principio basilare che le opposizioni starebbero ostacolando in nome di presunte violazioni del “diritto allo studio, pluralismo, Costituzione e democrazia”.

La proposta legislativa, approvata in Consiglio dei Ministri il 30 aprile, prevede che le scuole debbano fornire alle famiglie almeno sette giorni prima una comunicazione dettagliata su contenuti, modalità e relatori coinvolti nelle attività educative.

Gli studenti senza autorizzazione familiare seguirebbero attività alternative, mentre viene vietata qualsiasi forma di educazione sessuale nella scuola dell’infanzia. Il DDL Sasso va oltre, proibendo esplicitamente ogni riferimento a identità di genere e orientamento sessuale negli istituti di ogni ordine e grado.

Lo scontro ideologico e la “battaglia per la famiglia”

Le parole più dure di Sasso hanno riguardato quella che definisce la “maschera calata” dalle forze di sinistra, accusate di voler “sostituire mamme e papà con attivisti ideologizzati trans e LGBT di estrema sinistra”. Il deputato ha denunciato pratiche già in atto “all’insaputa delle famiglie”, citando episodi come quello avvenuto a Pavia, dove attivisti avrebbero tenuto lezioni di educazione sessuale a bambini di prima elementare con contenuti ritenuti inappropriati.

La risposta delle opposizioni non si è fatta attendere: Antonio Caso (M5S) e Irene Manzi (PD) hanno parlato di “fatto grave e profondamente preoccupante”, accusando la maggioranza di escludere le loro proposte sull’educazione affettiva e sessuale per “pura scelta ideologica”.

I parlamentari di opposizione hanno denunciato un “impianto retrivo e arretrato” delle proposte della maggioranza, mentre associazioni come Pro Vita & Famiglia hanno supportato la linea governativa, sottolineando che l’83% degli italiani chiede informazione preventiva sui progetti scolastici relativi a sessualità e affettività.


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