Trentino Alto Adige/Suedtirol

Artigiani volontari per due settimane in un ospedale in Etiopia: “Esperienza unica” – Cronaca



BOLZANO. Suor Rita appena li ha visti arrivare ha allargato le braccia e sorriso. Eccola la squadra degli artigiani altoatesini ad Attat, Etiopia profonda. Dove tutto cambia: la fame, la sete, la salute. Lì c’è un ospedale. Come dire la prima linea del fronte per gente che ha poco o nulla oltre quello, luogo di assistenza e di soccorso.

La dottoressa suor Rita Schiffer, direttrice sanitaria dell’ospedale, ha chiesto aiuto a Bolzano e l’ha ottenuto. Per due settimane Franz Hofer, Rolli Pedratscher e Paul Tschigg si sono rimboccati le maniche e hanno fatto di tutto: svuotato i magazzini ingombri, allestita dal nulla un’area per il triage e il primo soccorso, risanato la sala operatoria rinnovandone il pavimento, riparato letti e barelle.

«Ci hanno chiamato e noi ci siamo messi in viaggio», racconta dice Franz Hofer, uno che ne ha visti già tanti di questi interventi volontari. Perché nessuno ha chiesto nulla. I tre, per dire, oltre che artigiani altoatesini sono membri dell’associazione «Medici dell’Alto Adige per il mondo», gruppo di pronto sos sanitario ovunque lo si richieda, nato decenni fa per iniziativa, tra gli altri di Toni Pizzecco. La competenza dei tre artigiani non si è fermata davanti a nulla, anche oltre gli spazi strettamente sanitari: sigillati i tetti danneggiati, liberate tubature ostruite, pulite le grondaie.

Come se sull’ospedale di Attat fosse passato un vento riparatore e non di distruzione che invece spesso accade da quelle parti. Dice suor Rita: «In strutture come queste poco andrebbe avanti senza il supporto tecnico sul campo, le ripartizioni, i risanamenti. Qui abbiamo risorse molto limitate».

È questo il senso del ruolo in loco dei Medici per il mondo, che hanno coordinato l’operazione in Etiopia. E gli artigiani altoatesini hanno fornito un aiuto non solo professionale ma anche profondamente umano.

«Una esperienza che riempie la vita», commentano Hofer, Pedratscher e Tschigg. È come se la competenza specifica nel campo dell’artigianato, acquisita in anni di esperienze e di lavoro, si fosse trasformata in solidarietà concreta. «Quella – dice suor Rita – capace di fare la differenza». Si tratta, in sostanza, della messa in pratica dello slogan che ha informato questa iniziativa ad Attat: «Artigianato con il cuore».




Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »