C’è un wine bar che ha chiuso perché lo chef ha “mancato di rispetto” a un’influencer
Il Kis Cafe di San Francisco ha chiuso i battenti a causa di uno scontro tra uno chef e un’influencer. “Colpevole”, ha deciso il tribunale internettiano.

Tra gli spazi della vetrina del social la legge del numero è l’unica in vigore. Roba severissima e invadente: a tutti tocca portare sulla fronte un cartello che racconta il proprio valore, e gli occhi – si sa – non fanno altro che rimbalzarci sopra. A San Francisco c’è – c’era – un wine bar chiamato Kis Cafe, forte di una collaborazione con una influencer.
La nostra protagonista si fa chiamare Karla, e nelle ultime ore ha preso il palco di TikTok per raccontare where it went wrong. Le norme operative erano di quelle ormai consuete – Karla avrebbe registrato un video promozionale e il locale avrebbe così affittato per qualche tempo un posto in vetrina. Uno chef, nonché uno comproprietari, tale Luke Sung, ha però provato a invocare la legge del numero.
Dal paragone alla serranda abbassata
Sung – racconta la stessa Karla in un video poi diventato virale, ironicamente – avrebbe chiesto alla nostra influencer quanti follower avesse. 15 mila, risponde lei. Mia figlia ne ha 600 mila, risponde lui. Sung prende a sostenere che quei 15 mila siano troppo pochi per giustificare una collaborazione come quella in atto, e che con ogni probabilità quegli stessi 15 mila non abbiano abbastanza denaro per permettersi di mangiare lì.
Karla interrompe la collaborazione, prende il palco dei social per raccontare il tutto, raccoglie più di 20 milioni di visualizzazioni, il Kis cafe chiude i battenti lunedì 28 luglio. La questione giunge alle orecchie Isa Sung, figlia del cuoco e comproprietario con 600 mila follower, che fa mostra di coscienza di classe: “Sono sinceramente molto imbarazzata che tu abbia dovuto passare tutto questo”.
Nel mezzo, l’avrete intuito, c’è stato un forte flusso di recensioni negative e boicottaggi – armi storiche e sempreverdi del pubblico internettiano. “Non posso credere che il numero di follower sia la nuova valuta per il rispetto”, ha commentato un utente sul video-riassunto. Ma è davvero questione di rispetto?
La prima osservazione di Sung – 15 mila follower sono pochi, per giustificare una collaborazione – può essere valida. Nel senso: io, da privato, mi guardo intorno per scegliere un servizio di pubblicità (di questo si tratta, no?), e scelgo quello più adatto alle mie ambizioni e al mio portafoglio. È legittimo che Sung ritenesse una collaborazione con influencer con 15 mila follower un investimento da evitare. Ma perché non ha controllato prima? Nel momento in cui la collaborazione è avviata pare scontato che le parti in gioco si siano confrontate e si siano dette soddisfatte, no?
Sung, in ogni caso, ha a sua volta preso il palco del social – Instagram, questa volta – per un messaggio di scuse: “Karla, mi dispiace davvero per ciò che ho fatto. Sono stato condiscendente, offensivo e intimidatorio. Non meritavi di sentirti inferiore o insignificante, nessuno lo merita. In ogni caso, ti ringrazio per avermi insegnato una preziosa lezione di gentilezza e rispetto”.
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