«Anche le Marche nella Zes. Senza di voi il made in Italy non esisterebbe»
ANCONA Arriva – puntualissima – in elicottero ad Ancona, la premier Giorgia Meloni, accompagnata dal vice presidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani. Ad accoglierla, nella corte della Mole, il governatore Acquaroli, il prefetto Valiante, il presidente della Provincia dorica Carnevali e il vice sindaco del capoluogo Zinni a fare le veci del primo cittadino Silvetti.
La promessa
E non viene a mani vuote, la premier. «Abbiamo scelto di dare a questo territorio un’opportunità in più: approviamo la norma che consente di allargare la Zona economica speciale anche alle Marche e all’Umbria».
Detto, fatto: il Consiglio dei Ministri convocato ieri alle 15,30 ha dato il via libera al disegno di legge che istituisce la Zes nelle due regioni in transizione. Vengono così incluse in quella unica del Mezzogiorno nata il 1° gennaio 2024. «C’è un impegno corale del Governo per sostenere lo sviluppo di questo territorio strategico, che si è sempre caratterizzato per essere particolarmente dinamico – le parole di Meloni sul palco dell’auditorium – Le Marche sono conosciute nel mondo per l’eccellenza delle loro produzioni: senza di voi non ci sarebbe il made in Italy che conosciamo.
Qui c’è la sintesi tra tradizione e innovazione. E ci siamo chiesti: come possiamo aiutare le Marche a fare ancora di più, a liberare il potenziale inespresso?». La risposta passa per due strade maestre: oltre alla Zes, il potenziamento delle infrastrutture. La premier cita lo sblocco di incompiute come la galleria della Guinza e l’Ultimo miglio per l’uscita dal porto di Ancona. Ancora: «La Salaria, asse viario fondamentale per i territori del cratere sismico, è al centro delle priorità del Governo, che ha messo 2 miliardi per potenziarla».
La tappa a Cessapalombo
Non a caso, dopo l’appuntamento dorico, Meloni prosegue con Acquaroli la mattinata marchigiana con tappa a Cessapalombo (nel Maceratese) per inaugurare l’avvio della Pedemontana Sud, nel primo tratto da 1,7 km. Sul nodo gordiano delle Marche del grande paradosso («centrali in Italia, ma mal collegate», ricorda la premier) allarga l’orizzonte il vice presidente e ministro alle Infrastrutture Matteo Salvini, collegato da remoto: «Sono in ufficio perché domattina alle 12,30 ci sarà l’approvazione del progetto definitivo per l’avvio dei lavori del ponte sullo Stretto di Messina», la motivazione della presenza da remoto.
Ma già nel prequel marchigiano di venerdì, Salvini aveva annunciato la principale novità per le Marche, ribadita ieri: «Sull’Alta velocità ferroviaria arriviamo con dati concreti. Dai 3,5 miliardi per il nodo di Bologna alla nomina del commissario straordinario Isi, fino ad una tempistica ben definita. Entro la fine del 2027 le prime gare per passare a 300 km/h. Progetto che gli amici di Ricci avevano dimenticato in un cassetto». È l’unico dei tre esponenti del Governo a dare una stoccata all’avversario di Acquaroli nella corsa per le Regionali di settembre: «Il centrodestra vincerà nelle Marche non per l’inchiesta su Ricci, di cui ci interessa meno di zero, ma perché in cinque anni abbiamo cambiato le Marche».
Gli appuntamenti
Tajani rivendica la Zes come «un provvedimento, voluto fortemente da Forza Italia, che dedichiamo al territorio, alle imprese e ai lavoratori». E annuncia che «entro la fine dell’anno, per rendere omaggio a Giacomo Leopardi, uno straordinario marchigiano, ci sarà una riunione a Recanati e Macerata di tutti i direttori di tutti gli istituti italiani di cultura». Acquaroli, facendo gli onori di casa, ringrazia il Governo «per aver ridato alle Marche quell’attenzione che per anni era mancata». Ma la protagonista indiscussa della giornata è la Zes, osannata dal centrodestra ad ogni livello, applaudita dalle categorie economiche, e bollata dalle opposizioni come «uno spot elettorale privo di contenuti, che certifica il fallimento del governo di Acquaroli». Matteo Renzi rincara la dose: «Meloni la istituisce ora perché ha paura di perdere le elezioni nelle Marche». Da che punto guardi il mondo tutto dipende.