La verità che ricordavamo: gli Afterhours e Agnelli squarciano di rock il cielo di Assisi
di Dan. Nar.
fotogallery di Andrea Adriani
Una eterna band, consegnata ai libri della storia del rock italiano, e un eterno ribelle che ha vissuto tra underground e mainstream. La suggestiva Rocca Maggiore di Assisi ha vibrato al ritmo inconfondibile degli Afterhours, protagonisti di una tappa memorabile del festival Suoni Controvento, capitanati dal suo leader indiscusso. Un concerto che ha confermato, ancora una volta, la statura artistica di Agnelli e della sua band, capaci di attraversare indenni le epoche musicali, mantenendo intatta la propria identità e la propria, inconfondibile, lungimiranza.
Agnelli si è presentato in grande forma, un vero e proprio faro sul palco, capace di connettere generazioni diverse. La sua è una storia unica nel panorama musicale italiano: un artista che ha saputo muoversi con disinvoltura dall’underground più autentico al mainstream più spinto, senza mai sacrificare la propria originalità. Anzi, ha sempre saputo determinarli, lasciando un’impronta distintiva e profondamente innovativa.
Il concerto è stato un trionfo di energia e passione. Agnelli, con la sua inconfondibile presenza scenica, ha saputo infiammare il pubblico, facendo pogare persino i cinquantenni presenti, a dimostrazione di un carisma che travalica le generazioni. Il suo microfono, fatto volteggiare alla sua maniera e con maestria, è diventato quasi un’estensione della sua voce, un simbolo di quella libertà espressiva che da sempre caratterizza la band.
Non sono mancati i momenti di riflessione e impegno sociale. Dal palco, Agnelli ha lanciato messaggi chiari e potenti, sottolineando l’importanza di scendere nelle piazze e la necessità che l’Italia riconosca lo Stato di Palestina. Dichiarazioni che non hanno fatto altro che rafforzare il legame con un pubblico attento e sensibile.
Musicalmente, la serata è stata un viaggio attraverso la carriera degli Afterhours. Il tour, incentrato sull’anniversario di “Ballate per piccole iene”, ha naturalmente dato ampio spazio a tutti i brani del disco come la title track e gemme come “È la fine la più importante”, “Ci sono molti modi”, “La vedova bianca”, “Carne fresca”, “Male in polvere”, “Chissà come è”, “Il sangue di Giuda”, “La sottile linea bianca” e “Il compleanno di Andrea”. Ma non sono mancati i richiami a dischi iconici come “Germi” e “Hai paura del buio?” da cui sono state proposte tracce come la graffiante “Strategie” e la potente “Lasciami leccare l’adrenalina”, che si sono intrecciate con coerenza stilistica.
L’omaggio a Fabrizio De André con “La canzone di Marinella” ha aggiunto un tocco di commovente profondità, mentre la band ha dimostrato la propria versatilità affrontando persino la leggendaria “War Pigs” dei Black Sabbath, a testimonianza di influenze e aperture musicali e soprattutto in omaggio a Ozzy Osbourne. Il pubblico ha poi cantato a squarciagola classici come “Dea”, “La verità che ricordavo”, “Male di miele” e l’immancabile “Quello che non c’è”. L’energia ha continuato a salire con “Signorina mani avanti”, unica concessione alla carriera solista del leader, “Non si esce vivi dagli anni ’80” e “Padania”, per poi concludersi con l’inconfondibile ritmo di “Bye Bye Bombay”.
Il finale è stato un inno all’autenticità dell’esperienza live. Sul palco, la band ha regalato brani emozionanti come “Non è per sempre” e “Voglio una pelle splendida”. Quando Agnelli ha espresso la sua gioia nel vedere pochi telefonini puntati sul palco, ha toccato una corda profonda. “Significa che si è messa attenzione in quello che si è fatto sul palco”, ha detto, ricordando al pubblico che “i ricordi sono dentro di voi”. Un messaggio potente, che invita a vivere il momento presente, a immergersi completamente nella musica, lasciando che le emozioni si imprimano nell’anima, senza il filtro di uno schermo.
Gli Afterhours hanno così regalato ad Assisi e all’Umbria una serata indimenticabile, un concerto che ha ribadito la loro posizione di pilastri del rock italiano. Ma una serata che ha ricordato pure che “non c’è niente che sia per sempre”. Come ha fatto intendere Agnelli in merito all’ipotesi di futuri dischi e live della band dopo il tour estivo.
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