Giubileo dei Giovani, Barbacci (Cisl Scuola): “Non un rave mistico, ma impegno per cambiare il mondo”
Ma per Ivana Barbacci, segretaria generale della CISL Scuola, l’eco del Giubileo dei Giovani va ben oltre il momento religioso per diventare un potente fenomeno sociale.
Stop ai luoghi comuni sui giovani
“Il raduno di Tor Vergata smentisce la narrazione diffusa per cui si parla dei giovani in termini di fragilità, disillusione e disimpegno”, dichiara Barbacci in una nota diffusa oggi. La sindacalista contrappone a questa visione pessimistica l’immagine emersa dall’evento: “Una generazione viva, consapevole e in cerca di senso, pronta a mettersi in gioco nonostante il peso delle crisi ambientali, lavorative, geopolitiche”.
L’evento romano ha mostrato come i giovani non subiscano passivamente le sfide del presente, ma le trasformino nell’oggetto di un protagonismo attivo. Un esempio concreto viene individuato dalla segretaria CISL nel movimento di Economy of Francesco, che ha lanciato “messaggi potenti” per un’economia più sostenibile e inclusiva.
“Non un rave party mistico”
Barbacci respinge con fermezza le interpretazioni superficiali che hanno descritto il Giubileo come una sorta di “rave party mistico”. “È l’esatto contrario ciò che è accaduto”, sottolinea. “Non un momento di esaltazione destinato a esaurirsi in se stesso, ma la testimonianza di un impegno cui tutti sono pronti a dare continuità nel proprio vissuto quotidiano”.
La segretaria generale evidenzia la maturità comportamentale dimostrata dai partecipanti: capaci di esprimere gioia ed entusiasmo quando richiesto, ma anche di “raccogliersi nel silenzio e nella meditazione quando necessario”. Una dualità che testimonia l’equilibrio di una generazione troppo spesso sottovalutata.
La pace al centro del messaggio
In un momento “drammaticamente segnato dalla guerra”, il tema della pace è stato centrale nell’incontro giovanile. Le parole papali sulla necessità di risolvere i conflitti “con il dialogo” anziché “con le armi” hanno trovato particolare risonanza tra i giovani, che secondo Barbacci vedono nella pace non solo “l’auspicio della fine dei conflitti in atto”, ma soprattutto “l’impegno ad affermare una cultura e una politica della pace”.
Un filo rosso che attraversa le generazioni
“Non è la prima volta che accade, non è certamente casuale”, osserva la sindacalista, riconoscendo nel Giubileo dei Giovani “un confortante segno di continuità” che collega le diverse esperienze generazionali, da Giovanni Paolo II a Papa Francesco. Una continuità che “va apprezzata e colta” perché si traduce in “un grande motivo di speranza nella capacità delle giovani generazioni di essere artefici di un futuro migliore”.
Il merito è dei giovani stessi
Pur riconoscendo l’importanza dell’organizzazione che ha permesso lo svolgimento ordinato dell’evento, Barbacci attribuisce il merito principale “al milione di giovani convenuti a Roma, dei valori in cui credono e del modo in cui ne danno ovunque testimonianza”.
Una lezione che la segretaria CISL rivolge implicitamente al mondo adulto: smettere di guardare ai giovani con scetticismo e riconoscere in loro non solo i problemi del presente, ma soprattutto le risorse per costruire il domani.
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