il silenzio pesante di Santini ed Esposto. Dalla diffida spunta la linea difensiva
PESARO Silenti ma non per questo remissivi e tantomeno impauriti. La scelta di Massimiliano Santini e Stefano Esposto, i personaggi chiave dell’inchiesta sul caso affidi insieme all’ex sindaco Matteo Ricci, è potenzialmente gravida di conseguenze per ciò che potranno dire quando decideranno di parlare con i magistrati, dopo che la procura della Repubblica avrà svelato tutte le sue carte alla chiusura delle indagini preliminari.
Ma dalle poche parole spese pubblicamente e dall’azione risoluta intrapresa dopo il passaggio in procura si può già intuire quale sarà la linea difensiva dei due, legati notoriamente da un rapporto di amicizia, di fronte all’accusa di aver organizzato un sistema corruttivo per gli affidamenti diretti e i contributi dati dal Comune di Pesaro alle associazioni culturali Opera Maestra e Stella Polare.
La fiducia verso la procura
Santini, ex golden boy dell’ex sindaco e suo braccio destro per gli eventi dal 2019 al 2024, dopo essersi avvalso della facoltà di non rispondere davanti alla magistrata Maria Letizia Fucci, ha dichiarato che per i flussi di denaro ricevuti da Opera Maestra (106mila euro complessivamente) si sarebbe attenuto con la sua avvocata (Paola Righetti, dello studio legale che assiste anche Esposto) alla ricostruzione della procura, anticipando di un paio di giorni Ricci nell’espressione di fiducia politicamente corretta verso la magistratura.
Stefano Esposto, presidente di Opera Maestra e Stella Polare, accusato di aver intascato personalmente 82mila euro dei 504mila assegnati dal Comune e da tre aziende alle due associazioni per l’organizzazione di vari eventi e opere, non ha parlato neanche con i giornalisti dopo la convocazione in procura, ma lunedì scorso ha intrapreso la prima contromossa legale di questo scandalo politico-giudiziario che si trascina da un anno.
Con il suo avvocato Gherardo Saragoni Lunghi, paventando anche un risarcimento danni, ha diffidato l’Unione Pro loco dall’utilizzare il format del Palio dei bracieri, che con la nuova denominazione di Palio di Pesaro (e contenuti leggermente modificati) è stato organizzato negli ultimi tre giorni su incarico del Comune.
I diritti esclusivi
Opera Maestra rivendica di possederne i diritti esclusivi in virtù del contratto-licenza sottoscritto con Massimiliano Santini, che aveva brevettato il marchio e il format della competizione tra contrade in costume medievale, da lui inventati. Questo significa che, nonostante la procura definisca fittizio il contratto, stipulato per giustificare ex post i pagamenti a Santini, la difesa dei due indagati intende riconoscere il valore sostanziale e legale dell’accordo. Tale patto prevedeva la corresponsione da parte di Opera Maestra di 100mila complessivi euro in 5 anni.
Una cifra non distante da quella che a vario titolo il coordinatore della comunicazione social di Ricci ha effettivamente ottenuto dall’associazione. Questa sarà materia per il confronto tra procura e difesa davanti al giudice per l’udienza preliminare o nel dibattimento. D’altro canto Esposto può rivendicare che gli incarichi ricevuti dal Comune sono stati pressoché tutti portati a termine (la Sonoteca in via San Francesco è stata bloccata dal sindaco Biancani). Lavori svolti per lo più da altri soggetti ma lui, quando non ha prestato un’opera lavorativa, avrebbe fatto il coordinatore e quegli 82mila euro potrebbero essere considerati il suo compenso in 4 anni.
È vero che le due associazioni senza fini di lucro prevedono solo un impegno volontario degli associati ma la violazione delle normative fiscale e previdenziale sarebbe di gran lunga meno grave del reato di corruzione. Anche questa è materia per un confronto davanti ai giudici.
«Collaboratore sbagliato?»
Più delicata è la posizione dell’ex sindaco Ricci, che alla pm, riguardo a Santini, avrebbe ripetuto quanto dichiarato alla cena a Baia Flaminia: «Se le accuse si riveleranno fondate vorrà dire che ho scelto il collaboratore sbagliato». Per la corruzione a Ricci viene contestata l’utilità dell’accresciuto consenso ricavato dagli eventi di successo (organizzati con modalità illegittime). In sé questo è l’obiettivo di qualunque amministratore pubblico che si impegni per la sua comunità.
Nell’avviso di garanzia, la descrizione dell’accordo corruttivo con Santini ed Esposto verosimilmente è (come d’uso) l’ipotesi investigativa su cui le prove devono essere ancora raccolte. Giuseppe Conte, che è un avvocato, lo sa perciò ha dato il via libera all’alleanza del M5S con Matteo Ricci, salvo valutare eventuali nuovi elementi, perché le indagini sono in corso e scadono a ottobre. Quindi, il candidato governatore del Pd nelle Marche dovrà restare in apnea (sul piano penale) fino a oltre le elezioni di settembre.