Abruzzo

RETE OSPEDALI: ATTI AZIENDALI FANTASMA, “LI HA VERÌ ”. CAOS, OK DA ASL TERAMO? DIRIGENTI ESTROMESSI | Notizie di cronaca

L’AQUILA – Caos sanità, e conseguentemente  per quel che riguarda i numeri del pesante e incontrollabile buco e nella attuazione delle riforme per il contenimento della spesa, i famosi compiti a casa, intimati dal Tavolo interministeriale di monitoraggio sia alla politica abruzzese, in questo caso la maggioranza di centrodestra di Marco Marsilio, di FdI, riconfermata nel marzo scorso per un secondo storico mandato, sia ai dirigenti, a partire dai dipartimenti Sanità, di cui è direttore Emanuela Grimaldi, e Risorse, guidato da Fabrizio Giannangeli.

Due mondi che si scontrano quotidianamente nella evidente differenza di vedute e nei differenti modalità procedurali.

Questa volta a fare notizia sono gli atti aziendali che sono alla base della attuazione della tanto sbandierata riforma della rete ospedaliera approvata nel dicembre del 2023 ed inserita come fiore all’occhiello di livello nazionale nel programma elettorale della maggioranza di centrodestra che ne ha fatto un cavallo di battaglia in campagna elettorale.

Ebbene, sulla riforma siamo all’anno zero.

Ma c’è di più: questi preziosi documenti, che più volte sono stati rimandati alle quattro aziende sanitaria come “irricevibili” dal dipartimento Sanità, e dall’Agenzia sanitaria regionale, sono fermi nelle mani dell’assessore regionale alla salute Nicoletta Verì. Si tratta di tre atti visto che quello della Asl dell’Aquila è stato approvato con l’intervento dell’Agenzia sanitaria regionale (Asr), diretta dal medico aquilano, Pierluigi Cosenza, coinvolta ufficialmente dal dipartimento Sanità, dopo che i vertici aquilani avevamo chiesto il rinvio di un mese, non accolto, per il grave ritardo che aveva accumulato, dopo che fino a fine maggio la Asl è stata gestita dal direttore generale Ferdinando Romano, per il quale non è stata possibile una seconda proroga, dopo quella di un anno fa ed ora è retta in attesa dall’imminente nomina del nuovo dg, da facente funzione Stefano Di Rocco.

Degli altri tre, che non sarebbero tutti ricevibili, non si sa più nulla. E le anomalie non sarebbero finite: secondo quanto trapela dalle blindate fonti sanitarie, la Asl di Teramo, di cui è direttore generale Maurizio Di Giosia, avrebbe addirittura approvato senza la bollinatura del Dipartimento e dall’Asr il prezioso documento. Aprendo in questo caso un giallo e un caso politico visto che il controllo degli atti da parte della Regione, sarebbe stato bypassato.

Giacciono sulla scrivania dell’assessore – rivelano alcune fonti sanitarie – la quale tende ad utilizzare il fioretto con i dg che invece per gran parte della classe politica di maggioranza dovrebbero essere mandati a casa come principali colpevole del buco fuori controllo della sanità.

Un’altra prova, tangibile, del corto circuito istituzionale e della guerra in atto tra l’esecutivo e il versante dirigenziale e burocratico.

Eppure il riordino è stato uno dei cavalli di battaglia in campagna elettorale del programma con cui Marsilio ha chiesto agli abruzzesi il secondo storico mandato alle elezioni del marzo 2024.

La riforma era stata approvata nel dicembre del 2023 con un documento frutto di una mediazione fatta dai vertici dell’Asr anche con le forze di opposizione. E poi il riordino delle rete ospedaliera è uno dei documenti cardine del carteggio richiesto dal tavolo nazionale di monitoraggio nell’ambito del piano di contenimento della spesa sanitaria. E c’è chi sospetta che non siano stati licenziati per via dello scontro di potere tra gli stakeholder interessati da mesi autori di continue e pressanti istanze di cambiamento che arrivano giornalmente dalla classe politica e anche dirigenziale.

Il quadro conferma ed acuisce, come sostenuto più volte da questa testata, la guerra in atto tra burocratici e politica ma soprattutto il grave corto circuito istituzionale per cui la politica preferisce fare gli accordi con i dg delegittimando i dirigenti che invece vogliono procedere rispettando linee guida e delibere di giunta che sono leggi regionali e soprattutto senza stravolgere la rete ospedaliera.

Il caso degli atti aziendali fanno emergere un altro  retroterra dello scontro: i dg reclamano maggiore autonomia gestionale e di programmazione ma in realtà con quanto accaduto nella fallimentare gestione, cioè con la spesa fuori controllo, secondo fonti sanitarie, sono comprensibili le perplessità soprattutto da parte di chi, i tecnici, devono validare l’operato sulla base dei compiti affidati all’atto della firma del contratto.

Una situazione conflittuale perché il governatore Marsilio seguito a ruota da Verì, difende a spada tratta i manager bocciando l’operato dei dirigenti con i quali è ai ferri corti da settimane.

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