Cultura

How Long Can It Last: L’indie-pop come non si fa (quasi) più :: Le Recensioni di OndaRock

Buone nuove dal fronte dell’indie-pop, soprattutto per coloro che avevano salutato l’omonimo esordio dei Jeanines come una boccata d’aria fresca, pur restando poi parzialmente delusi da un seguito caratterizzato da una prevedibile immobilità e incapacità di evolversi ( il secondo album “Don’t Wait For a Sign”).

A rinfrancare speranze e gaiezza ci pensa il nuovo disco “How Long Can It Last”, che segna il ritorno della band dopo tre anni di silenzio. Non è cambiato molto: le canzoni sono sempre inferiori ai due minuti, melodicamente piacevoli, gradevolmente futili e forse poco inclini a un riascolto massivo, ma la presenza di una bassista come elemento fisso regala il necessario brio a un progetto onesto e amabile.
I quasi ventidue minuti per 13 canzoni di “How Long Can It Last” sono terapeutici. Con un piglio in stile Sarah Records o C86, la band mette sul piatto una serie di melodie rimarchevoli e perfino ben strutturare nella loro filosofia lo-fi. La presenza del nuovo membro, la bassista Maggie Gaster, è particolarmente rilevante nella vispa “Coaxed A Storm” e nella magnetica “One Art”, due canzoni dal potenziale commerciale enorme, qui relegate a un fugace ed endemico diletto.

Quelle dei Jeanines sono canzoni che vanno direttamente al punto, orecchiabili senza essere leziose (“To Fail”), scattanti senza essere frenetiche (“You Can’t Get It Back”, “What You Do”), a tratti perfino ambiziose e sorprendenti (la splendida “You’ll Figure Out”). “How Long Can It Last” non cambierà senz’altro il corso della musica pop-rock contemporanea, ma la freschezza e genuinità delle melodie (“That’s What You Say”, “On And On”) e, soprattutto, la manifesta volontà di non prendersi troppo sul serio ne esaltano la pur fugace bellezza.

03/08/2025




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