Dermatite bovina. Vaccini? Una corsa contro il tempo ma gli allevatori temono gli effetti
MACOMER – La Sardegna sta affrontando una grave emergenza che minaccia la sua economia rurale: l’epidemia di dermatite nodulare bovina, una malattia virale che sta colpendo duramente gli allevamenti dell’isola. Questo pomeriggio, nei locali delle EX Caserme Mura a Macomer, si è tenuto un incontro cruciale organizzato da Sebastian Cocco, capogruppo regionale di Uniti per Todde. Presenti il sindaco di Macomer Riccardo Uda, il sindaco di Nuoro Emiliano Fenu, rappresentanti delle istituzioni regionali, come la presidente della Regione Alessandra Todde, l’assessore all’Agricoltura Gian Franco Satta, e le associazioni di categoria, tra cui Confagricoltura, con Gian Battista Mulas, e Confindustria Sardegna Centrale, con Pierpaolo Milia, per fare il punto della situazione e cercare soluzioni immediate.

Macomer, convegno sulla Dermatite Bovina (foto S.Novellu)
L’incontro è stato descritto dal consigliere Cocco con la frase “feriti ma non piegati”, a sottolineare la volontà di reagire a una piaga che, dopo il primo caso confermato il 21 giugno a Orani, ha già raggiunto 43 focolai concentrati in pochi comuni. La malattia, veicolata principalmente dalla mosca comune, è classificata a livello comunitario di categoria A, il che comporta forti restrizioni e un impatto economico devastante.

Daniela Mulas (foto S.Novellu)
LE MISURE IN ATTO E LE RICHIESTE DEGLI ALLEVATORI – A prendere la parola per prima è stata la dottoressa Daniela Mulas, direttore del Servizio Sanitario per la Sicurezza Alimentare, che ha illustrato nel dettaglio la situazione epidemiologica della malattia. L’emergenza ha portato all’istituzione di un’ampia “zona di restrizione” che comprende l’intera Sardegna, bloccando di fatto la movimentazione dei circa 280.000 capi bovini fuori dall’isola. Per contenere la diffusione del virus, le autorità sanitarie hanno avviato una campagna vaccinale massiccia. Sono state distribuite 300.000 dosi di un vaccino, considerato molto sicuro, già testato con successo in Grecia. Al momento, il 55% degli allevamenti ha aderito, con oltre 12.000 capi già immunizzati. Tuttavia, la corsa contro il tempo è serrata. Per riprendere le esportazioni, gli animali dovranno essere vaccinati da almeno 28 giorni e le zone di provenienza dovranno risultare prive di focolai per un periodo di quattro mesi, con l’intera popolazione bovina nel raggio di 50 chilometri già vaccinata.

Macomer, convegno sulla Dermatite Bovina (foto S.Novellu)
Gli allevatori, rappresentati da Gian Battista Mulas di Confagricoltura, hanno espresso la necessità di un confronto più ampio e della collaborazione di tutte le associazioni di categoria. Hanno sottolineato l’importanza di informare le 9.000 imprese del settore e supportarle nell’attuazione di misure di autocontrollo. La richiesta principale, oltre a una rapida e massiccia campagna vaccinale, riguarda gli indennizzi per i capi abbattuti e i danni subiti, chiedendo chiarezza e rapidità nei rimborsi per non lasciare le aziende sole ad affrontare costi insostenibili.
Pierpaolo Milia, non solo come presidente di Confindustria ma come imprenditore di allevamento e trasformazione della carne, ha confermato la gravità della situazione, evidenziando le difficoltà che il comparto sta vivendo dopo aver finalmente raggiunto un prezzo equo per la carne bovina. Ha riportato la sua esperienza positiva con la vaccinazione di oltre 800 capi, senza riscontrare effetti collaterali, e ha espresso un parere favorevole a un abbattimento selettivo piuttosto che massivo.

L’ass. Gianfranco Satta (foto S.Novellu)
L’assessore Gian Franco Satta ha assicurato che la Regione sta lavorando tenacemente, anche con una task force dedicata, per dare risposte concrete, accelerare la vaccinazione e garantire che nessuno venga lasciato solo. Anche i dati di AGRIS e di esperienze internazionali come quella di Israele, dove su 22.000 capi vaccinati non si sono registrati effetti collaterali. Satta ha sottolineato che sono stati stanziati circa 9 milioni di euro per la mancata movimentazione e che l’ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) risarcirà entro 68 giorni gli allevatori ma la Regione garantirà ulteriori 12 milioni di euro entro 60 giorni, sperando di avere nel più breve tempo possibile lo sblocco della movimentazione.

L’ira degli allevatori (foto S.Novellu)
IL CONFRONTO TRA ALESSANDRA TODDE E GLI ALLEVATORI – La Dermatite bovina è una malattia virale che si può superare solo ed esclusivamente con il vaccino. È una malattia subdola che non sempre mostra i sintomi. La dermatite nodulare bovina si sta diffondendo in Sardegna principalmente a causa degli insetti vettori, con la mosca domestica identificata come il vettore principale. Per ora quindi il vaccino sembra l’unica via di uscita. Ma questa una soluzione non piace agli allevatori che, durante il dibattito, anche scaldandosi, hanno mostrato le loro perplessità.

La risposta dei Alessandra Todde (foto S.Novellu)
A rispondere in modo anche risoluto è stata Alessandra Todde che ha sottolineato che nonostante la malattia sita galoppando velocemente il vaccino pare stia contenendo la propagazione. Infine ha posto l’accento sulla reciproca collaborazione perché dalle norme della Comunità europea non si scappa ovvero lo sblocco della movimentazione che prevede la vaccinazione del 95% degli stabilimenti e il 75% dei capi.
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