Umbria

Boccaccio, Dante e Petrarca diventano opera d’arte con il Palio del Mercato delle Gaite: intervista all’autore


di D.N.

Eclettico (dalla pittura al jazz, dalla computer grafica alla scultura) e fortemente legato alle tradizioni pittoriche (nelle sue opere fonde le tecniche dell’affresco e del mosaico), l’artista cannarese Giampiero Magrini è stato l’autore dell’ultimo Palio del Mercato delle Gaite di Bevagna, vinto dalla Gaita di Santa Maria, a rinnovare una lunga consuetudine che lega la sua produzione alla tradizione e alla memoria del territorio, a partire proprio dalla storica manifestazione bevanate.

“Ho avuto il privilegio di vedere nascere il Mercato delle Gaite – sottolinea Magrini – e di parteciparvi fin dagli esordi. Nei primi anni ho realizzato due opere all’interno di alcune nicchie nel centro storico cittadino, esperienze da cui ho ricavato anche uno dei miei primi biglietti da visita come artista. Successivamente ho contribuito una seconda volta, allestendo una mostra nell’area dell’anfiteatro e ideando una scenografia che raffigurava un affrescatore su un’impalcatura in legno, affiancato dai suoi allievi di bottega, mentre eseguiva un affresco all’interno di una vecchia porta murata”.

L’ispirazione per l’opera realizzata quest’anno è nata “da un incontro con Mario Lolli, Podestà del Mercato delle Gaite – prosegue l’artista – che mi ha indicato pochi ma chiari elementi su cui costruire lo stendardo, a partire dal tema, i 700 anni dalla morte di Giovanni Boccaccio. Da qui è stato naturale accostare la sua figura alle altre due grandi teste coronate della nostra letteratura, scomparse più o meno nello stesso arco di tempo, Dante Alighieri e Francesco Petrarca. Li unisce il segno immortale delle loro parole, capaci di creare una tradizione letteraria unica al mondo”.

Giampiero Magrini ha così immaginato questi tre poeti intenti a trasmettere il dono della poesia e della parola scritta all’Italia, raffigurata nell’opera come una giovane fanciulla in abito tricolore, fiera e consapevole di ricevere un’eredità tanto preziosa. Questo simbolico passaggio di testimone avviene in uno scenario altrettanto carico di storia: la piazza di Bevagna, una delle più suggestive piazze medievali d’Italia, che diventa testimone e garante di questo atto solenne.

“Non mi capita spesso di realizzare opere per eventi storici – conclude Magrini – ma quando accade ne sono profondamente felice. Il mio approccio è quello di un artista curioso, attratto dalla storia, dai luoghi di vita, dai caratteri delle persone e dalle tradizioni. Cerco di cogliere aspetti insoliti, filtrarli attraverso la mia sensibilità e il mio estro, per distenderli su uno spazio finito e dare forma a una visione immaginaria che si proietta oltre la tela e si dissolve in un’evocazione senza confini”.

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