Liguria

Asl 4, Nicolò: “Nessun piano di chiusura”. Ma i sindacati non si fidano: “Rischiamo gravi conseguenze”


Chiavari. L’ipotesi di soppressione della Asl 4, con l’accorpamento alla Asl 3, torna a destare forte preoccupazione tra cittadini, amministratori e operatori sanitari del Tigullio. “Una proposta che, se attuata, rischia di compromettere gravemente la qualità dell’assistenza, l’autonomia territoriale e l’efficienza dei servizi“, scrivono i sindacati in un comunicato congiunto dopo che il 24 luglio tutti i sindaci del Levante ligure si sono riuniti a Chiavari per esprimere all’unanimità il loro dissenso.

Ieri sono arrivate le rassicurazioni dell’assessore Massimo Nicolò: “Nessuno ha mai parlato di accorpamento, non ci sono piani d’azione su questo. Vorrei tranquillizzare tutti quanti che non andiamo a chiudere aziende. Il nostro obiettivo è quello di potenziare il territorio, aumentare i servizi, essere più capillari, in modo tale che i cittadini, anche quelli che non vivono necessariamente nelle zone costiere ma nelle aree interne, abbiano la possibilità di ricevere lo stesso livello di offerta sanitaria”. 

Rassicurazioni che però non convincono i lavoratori della dirigenza medico-veterinaria-sanitaria, rappresentati dalle sigle Anaao-Assomed, Aaroi-Emac, Cisl Medici, Cgil Fp, Fassid e Uil Fpl, che oggi confermano i timori in una nota congiunta. Secondo i sindacati la chiusura della Asl 4 “comporterebbe gravi conseguenze: marginalizzazione dei servizi nel Tigullio, con il rischio concreto di riduzione delle prestazioni sanitarie locali; perdita di autonomia gestionale di una Asl che ha finora garantito risposte tempestive e mirate; disagi per l’utenza, soprattutto per anziani e persone fragili, costretti a spostamenti più lunghi e complessi (si sottolinea che l’Asl 4 ha il primato italiano di utenza anziana; svuotamento delle strutture pubbliche, con conseguente spinta verso la sanità privata; aumento della rinuncia alle cure, causato da difficoltà logistiche, tempi di attesa più lunghi e una crescente percezione di abbandono da parte del sistema sanitario”.

“Secondo i dati del Rapporto Censis 2023, già oggi oltre 4 milioni di italiani rinunciano a cure sanitarie per motivi economici o organizzativi – ricordano -. Un accorpamento che allontana i servizi dal territorio rischia di aggravare ulteriormente questo fenomeno, soprattutto nelle aree periferiche e nei contesti con un’elevata incidenza di popolazione anziana”.

A destare ulteriore preoccupazione è la proposta di riaprire il punto di primo intervento presso l’ospedale di Rapallo: “Una decisione che, se non accompagnata da un reale potenziamento dei servizi, rischia di trasformarsi in una illusione pericolosa per la popolazione. Riaprire un Ppi senza personale dedicato, diagnostica, strutture di supporto e capacità di gestione delle urgenze che si possono nascondere tra i codici bianchi e verdi significa creare un falso presidio, che genera aspettative ma non garantisce risposte. I cittadini, convinti di trovare assistenza, si troverebbero di fronte a un polo incapace di gestire anche i codici minori, con aumento del rischio clinico sia per l’utenza che per il personale“.

La sanità non si fa con gli annunci, ma con pianificazione, investimenti e responsabilità. Riaprire un punto di primo intervento senza una reale capacità operativa significa mettere a rischio i pazienti, illudere il territorio e scaricare il peso su chi lavora ogni giorno per garantire assistenza. Chiediamo alla Regione di fare chiarezza e aprire un confronto pubblico e trasparente con i territori. La sanità non può essere governata con logiche contabili, né con operazioni di facciata. L’Asl 4 rappresenta un modello virtuoso, radicato nel territorio e capace di rispondere alle esigenze di una popolazione complessa e in crescita, soprattutto nei mesi estivi. Il Tigullio non può essere sacrificato sull’altare della semplificazione amministrativa. Difendere l’Asl 4 significa difendere la salute dei cittadini, la professionalità dei lavoratori, l’identità e la dignità del nostro territorio”, conclude la nota.




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