Lazio

l’impianto a biomasse si farà

Nonostante anni di battaglie legali, mobilitazioni di quartiere e polemiche, l’impianto a biomasse tra Colle Monfortani e Colle Prenestino si farà.

Lo ha deciso il Tar del Lazio, respingendo il ricorso presentato dall’associazione Konsumer Italia e dai residenti della zona, che da mesi chiedevano uno stop definitivo alla costruzione dell’impianto per la produzione di biogas in via Prenestina.

Una sentenza arrivata dopo l’udienza dello scorso 16 luglio e che rappresenta una battuta d’arresto per il fronte del “no”, che da tempo denuncia i rischi ambientali e urbanistici legati all’opera. I giudici amministrativi hanno infatti ritenuto il ricorso infondato dal punto di vista formale e procedurale.

Un progetto discusso da anni

L’impianto era stato inizialmente bocciato nel 2021 perché considerato “incompatibile con l’ambiente”. Ma i promotori, privati del settore energetico, hanno modificato il progetto secondo le indicazioni della giustizia amministrativa, ottenendo poi il via libera dagli uffici della Regione Lazio.

Nel 2023 è arrivata l’autorizzazione definitiva per realizzare uno stabilimento di 75mila tonnellate l’anno su un’area di oltre 41mila metri quadri, all’interno dell’Agro romano. Una zona che, almeno sulla carta, aveva una destinazione agricola. Ma secondo il Tar, l’autorizzazione integrata ambientale (AIA) ha automaticamente trasformato quella classificazione in “infrastruttura tecnologica”.

immagine di repertorio

I motivi del ricorso e la decisione del Tar

Il ricorso di Konsumer Italia contestava una serie di provvedimenti, tra cui le autorizzazioni ambientali e urbanistiche rilasciate dalla Regione Lazio e dalla Città Metropolitana.

L’associazione sosteneva che solo il commissario straordinario per il Giubileo 2025, il sindaco Roberto Gualtieri, avrebbe potuto autorizzare simili impianti. Ma i giudici hanno risposto che i poteri del commissario sono “eccezionali e limitati” agli impianti considerati essenziali per il Giubileo, e quello di via Prenestina non rientra tra questi.

Inoltre, una delle motivazioni centrali del ricorso – la valutazione di impatto ambientale – è stata considerata “tardiva”, e dunque inammissibile.

I cittadini: “Ignorati gli aspetti territoriali”

Duro il commento di alcuni residenti del quadrante est della Capitale: «Il Tar ha puntato tutto sugli aspetti formali, senza prendere in considerazione i reali rischi ambientali e la trasformazione del territorio». Non è escluso che si tenti la strada del Consiglio di Stato.

Intanto, tra i palazzi e le villette di Colle Prenestino, cresce la preoccupazione per un impianto che, nei timori dei cittadini, rischia di modificare l’identità di un quartiere già segnato dalla carenza di servizi e dal traffico.

Spese compensate: battaglia aperta

Nessuna delle parti pagherà le spese legali dell’altra: il Tar ha disposto la compensazione integrale in virtù della complessità del caso e delle novità giuridiche trattate. Un dettaglio che conferma quanto questa vicenda sia tutt’altro che ordinaria.

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