Ex Gorio, alloggi per il ceto medio e una ciclabile dentro il quartiere – Bolzano
BOLZANO. Fatta la delibera a Palazzo Widmann, manca l’accordo programmatico tra i due proprietari. Dopodiché la società M13, vale a dire la parte privata dell’accordo con l’altro proprietario, che è la Provincia, potrà procedere a costruire nella sua parte dell’area ex Gorio, ai Piani di Bolzano. Quattro fabbricati, centodieci appartamenti: questa è l’idea generale. E poi garage interrati e una ciclabile verso la piazza con asilo e chiesa (e forse con l’Areale, quando e se si farà).
«Verrà una zona molto gradevole da vivere», promette Alessandro Podini per M13, società del gruppo, «Mi sembra sia in atto una vera rivalutazione dei Piani. È un bel quartiere tranquillo, servito, dove la gente vive volentieri perché magari ci è nata o ci lavora». I prezzi? «Cercheremo di fare prezzi che permettano al ceto medio di accedere alla casa», promette. Ora si tratta di firmare la convenzione e procedere al contratto (tecnicamente, di permuta) con la Provincia, fissando l’accordo programmatico che permetterà di svolgere il concorso per il piano di attuazione. Quindi servirà il progetto, che a sua volta andrà approvato. E poi si potrà iniziare a costruire. Podini è speranzoso: «Tra sei mesi-un anno dovremmo esserci. I presupposti ci sono».Intanto, la M13 si sta preparando: non è ancora alla fase dei rendering (dipenderà dall’indice di cubatura nel piano di attuazione, innanzitutto), ma qualche idea già si può dire. Come appunto la ciclabile tra le due proprietà. Una, appunto, è privata della M13. L’altra è della Provincia.
Martedì, come riferito, è stata approvata una nuova suddivisione dell’area dove sorgevano le caserme Gorio: da patchwork di proprietà sparse a due lotti separati e autonomi. Ciascuna delle due contraenti cede all’altra particelle sparse per complessivi 2.161 metri quadri, il cui valore è definito in 3.176.670 euro. «Il valore della futura permuta viene stabilito con 1.470 euro al metro quadro», è scritto nella delibera. Nella sua parte, la Provincia potrebbe costruire per circa 21mila metri cubi, l’equivalente di 70-80 appartamenti, attraverso l’Ipes o in altri modi. L’assessore Christian Bianchi non esclude nemmeno di realizzarvi uffici provinciali. La delibera, comunque, riporta che «nella sua seduta del 10 settembre 2024 la giunta provinciale ha confermato il fabbisogno di abitazioni riservate ai residenti, di abitazioni sociali (Ipes), di strutture per attività di servizio, strutture per attività di commercio al dettaglio, di alloggi per studentesse e studenti (convitto) nella zona in questione».Ma dove saranno trasferite le persone senza dimora? Se lo chiede Sandro Repetto (Partito democratico).
Secondo il consigliere «l’assessore omette di dire, o forse non sa, che la caserma Gorio attualmente è occupata dal Centro di accoglienza straordinaria (Cas) Gorio 1 e da un Servizio di accoglienza temporanea per nuclei famigliari, che vivono in condizioni di emarginazione o con grande disagio sociale sul territorio comunale denominato “Gorio 2” con oltre 100 persone alloggiate». Il Cas viene affidato annualmente tramite bando dalla Provincia a operatori esterni, mentre il Servizio di accoglienza straordinaria è gestito tramite Assb attraverso un contratto che scadrà nel 2029.Nella sua interrogazione rivolta a Bianchi, Repetto ricorda che l’Assb meno di due mesi fa stava ultimando la ristrutturazione della Gorio 2 con i suoi 45 posti soprattutto per donne con bambini. I lavori «sono stati finanziati dalla Provincia, in parte dal Comune, oltre che attraverso i fondi del Pnrr», sottolinea Repetto.