A Gaza una catastrofe umanitaria
Altro che bombe. È la fame l’arma letale di Israele a Gaza. “Quasi una persona su tre resta senza cibo per giorni nella Striscia”, è l’allarme del World Food Programme. Il 25 per cento dei bambini di età compresa tra i 6 mesi e i 5 anni e di donne incinte e che allattano sono malnutriti, aggiunge Medici senza frontiere, nella cui clinica a Gaza City il numero di persone affette da malnutrizione è quadruplicato da maggio e ogni giorno ci sono 25 nuovi pazienti ricoverati. E non sono solo i civili a soffrire la fame, anche lo staff sanitario dell’associazione, che dovrebbe aiutarli, “inizia a soffrire la carenza di cibo. Non si tratta solo di fame, ma di una fame deliberata, provocata dalle autorità israeliane”.
Giovedì il ministero della Salute di Gaza gestito da Hamas aveva affermato che almeno 115 palestinesi sono morti di fame nel territorio dall’inizio delle ostilità nell’ottobre 2023. Un conteggio che sta drammaticamente aumentando. Solo ieri secondo Hamas (fonte che viene ovviamente sempre contestata da Israele) nove palestinesi sarebbero stati uccisi dalla malnutrizione, e tra essi ci sarebbe Abdul Qader Al-Fayoumi, un bambino spirato all’ospedale arabo al-Ahli di Gaza City. E al tragico pallottoliere si aggiungono i palestinesi che diventano bersaglio degli israeliani mentre sono in coda per un tozzo di pane. Ieri in quattro sono stati uccisi dal fuoco dell’Idf in un raid aereo su una scuola di Gaza City che ospitava sfollati nel quartiere di Remal, nella parte occidentale della città. I palestinesi uccisi ieri negli attacchi dell’Idf sono stati in totale 15.
Israele sula questione ressa blandamente negazionista. Il coordinatore israeliano delle attività governative nei territori, secondo quanto riporta il Times of Israel, ritiene che la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza “continua a essere difficile e impegnativa”, ma non si registra una carestia diffusa, contrariamente a quanto afferma Hamas. Non sono per niente d’accordo Keir Starmer, Emmanuel Macron e Friedrich Merzo, che a conclusione di una riunione telefonicahanno parlato si “catastrofe umanitaria” che “deve finire subito”. L’Idf ieri ha fatto comunque sapere che consentirà ai Paesi stranieri lanci di cibo su Gaza. L’anno scorso, Regno Unito, Stati Uniti e Giordania avevano lanciato rifornimenti a Gaza da aerei militari, ma ciò aveva provocato numerosi problemi come la caduta degli aiuti in mare e l’annegamento di persone che cercavano di recuperarli. “La Striscia di Gaza non ha bisogno di acrobazie aeree, ha bisogno di un corridoio umanitario aperto e di un flusso quotidiano costante di camion di aiuti per salvare ciò che resta delle vite dei civili assediati e affamati”, ha ribattuto Ismail Al-Thawabta, direttore dell’ufficio stampa del governo di Gaza gestito da Hamas.
E ieri le forze israeliane hanno arrestato per qualche ora il Gran Muftì di Gerusalemme e della Palestina, lo sceicco Mohammad Hussein, nei cortili della moschea di Al-Aqsa nella
Gerusalemme occupata, dopo la preghiera del venerdì. Le autorità israeliane non hanno divulgato i motivi del suo arresto. Il religioso è poi stato liberato e gli è stato vietato l’ingresso nella moschea di Al-Aqsa fino a domenica.
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