Marche

Inchiesta Affidopoli, tutto è cominciato dal cascone dedicato a Valentino Rossi


PESARO Non un cerchio che si chiude ma che si allarga, a distanza esatta di un anno, quello sul caso affidi che terremota la campagna elettorale di Matteo Ricci tramortendo gli alleati, passando con un balzo solo da 5 a 24 indagati, per reati che vanno dalla corruzione al falso. E che tramortisce il Comune di Pesaro dato che la maggior parte di chi è finito sotto inchiesta è attualmente dirigente, figure apicali della macchina amministrativa. Era il luglio 2024 quando la Procura di Pesaro ha iniziato a interessarsi sulle determinazioni di spesa del Comune a gestione-Ricci, a suo tempo sindaco, relative agli affidamenti diretti e ai contributi assegnati a Opera Maestra e Stella Polare. Due associazioni accomunate dallo stesso presidente, dai medesimi fondatori, con identico statuto, ma entrambe mai iscritte al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore (Runts) ed esenti dalla presentazione del Durc.

I lavori

A Opera Maestra e Stella Polare l’Amministrazione del secondo mandato Ricci ha affidato lavori complessivi per quasi 600mila euro in 4 anni, tra il 2020 e il 2024, con una serie di assegnazioni dirette ritenute un po’ troppo facili, continue e, alla fine, considerate sospette dagli inquirenti. In realtà la legge prevede per le pubbliche amministrazioni la possibilità di commissionare lavori sotto una certa soglia in modo diretto senza passare per bandi o gare d’appalto. Il nodo è che Stella Polare e Opera Maestra non ne avrebbero avuto i titoli e che il Comune si sarebbe rivolto a loro decisamente un po’ troppo spesso, a riprova delle determine firmate dai funzionari. E i primi nomi a finire iscritti nel registro degli indagati, all’inizio dell’autunno scorso, sono stati proprio quello dei due fondatori e soci: Stefano Esposto, anche presidente, e Massimiliano Santini, quest’ultimo il creativo di Ricci, assunto come dipendente comunale a tempo determinato dall’allora sindaco fino al termine del proprio mandato. A Santini ed Esposto sono piovuti soldi per gli incarichi più disparati: un giorno dovevano realizzare il casco di Valentino Rossi, un altro ancora il murale della Segre, poi il Palio dei Bracieri. Ma non c’erano soltanto l’assegnazione dell’organizzazione di feste e delle iniziative ludico-creative, i due si occupavano – sulla carta – anche della manutenzione di impianti idraulici e di aree verdi, come piazzale D’Annunzio dove tuttora troneggia il cascone di Vale. E tutto senza avere a libro paga nemmeno un dipendente. In più c’era anche il giro delle sponsorizzazioni, i contributi che gli imprenditori e gli istituti di credito interpellati direttamente dal sindaco finivano per versare a Opera Maestra o Stella Polare. Un fiume di denaro che sarebbe passato anche per la Fondazione Pescheria (tra i nuovi indagati figura l’ex direttore Silvano Straccini) e per la partecipata Aspes.

Le svolte

L’inchiesta, iniziata nel luglio scorso, ha avuto una prima svolta a ottobre con un uno-due di indagati. Dopo Esposto e Santini, sono stati tre gli indagati nell’ambito del Comune al termine di una perquisizione che ha messo in fibrillazione l’apparato per un’intera giornata: lo storico capo di gabinetto dell’ex sindaco Franco Arceci, il dirigente dei Lavori pubblici, Eros Giraldi, il funzionario Loris Pascucci. Ed è sui funzionari e sulle sue associazioni che si concentra lo sfogo di Ricci via social con l’annuncio dell’avviso di garanzia sventolato in video: «Non mi sono mai occupato di affidamenti pubblici e lavori e mi sono sempre fidato ciecamente dei miei dirigenti e dei collaboratori come ho fatto in questo caso. Si dice una cosa che io smentisco, cioè che conoscessi queste associazioni, mentre invece io non ci ho mai avuto a che fare direttamente». Ed è probabile che questo possa essere uno dei passaggi chiave della linea difensiva: essersi fidato “chiavi in mano” di chi gravitava attorno a lui.




Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »