«Mi sono fidato dei miei dirigenti». E adesso che succede?
PESARO L’avviso di garanzia per corruzione nell’ambito dell’inchiesta sul caso affidi piomba come uno tsunami sul Ricci on the beach che il candidato del centrosinistra alla Regione si preparava a far debuttare venerdì nella sua Pesaro. Non solo. La notizia dell’iscrizione nel registro degli indagati arriva a 24 ore esatte dall’ufficialità della data del voto, che per le Marche sarà il 28 e il 29 settembre. E con un centrosinistra che ancora deve riprendersi dall’uppercut dell’inchiesta sull’urbanistica che a Milano sta terremotando la giunta Sala.
L’annuncio
È stato lo stesso Matteo Ricci ad annunciarlo sui social, dopo che a metà pomeriggio erano iniziate a ronzare voci insistenti su un indagato eccellente: «Ho ricevuto un avviso di garanzia. C’è tanta amarezza. E sono sorpreso. In vita mia non mi sono mai occupato di affidamenti, mi sono sempre fidato dei miei dirigenti. L’accusa è curiosa perché mi si dice che non avrei mai ottenuto nessuna utilità patrimoniale ma che avrei ottenuto utilità in termini di consenso politico. E tutto questo arriva il giorno dopo la convocazione delle elezioni regionali. E dopo un anno di indagini. E quando un sindaco governa ha tanti collaboratori: se un collaboratore sbaglia il sindaco è parte lesa, viene tradita la sua fiducia».
L’atto
Tecnicamente all’europarlamentare dem ed ex sindaco di Pesaro è arrivato un avviso di garanzia con chiamata all’interrogatorio, ovvero un atto con cui il pm informa una persona che è oggetto di indagini preliminari e che dovrà presentarsi per essere interrogata. Un atto fondamentale per garantire il diritto di difesa dell’indagato, poiché gli consente di essere a conoscenza dell’accusa e di nominare un difensore di fiducia, in questo caso due: gli avvocati di Pesaro Aldo Valentini e Lucio Monaco. L’ipotesi di reato contestata rientra nell’articolo 319 del codice penale che disciplina il reato di corruzione. In sintesi, punisce chi, per aver compiuto un atto contrario ai doveri del proprio ufficio, riceve o accetta la promessa di denaro o altra utilità. Ma, per l’accusa, Ricci non avrebbe ricevuto utilità patrimoniali o economiche quanto benefici in termini di consenso politico. L’inchiesta iniziata nell’estate di un anno fa ha preso in esame presunti affidamenti facili a cavallo tra il 2020 e il 2024, gravitando attorno a incarichi, contributi e lavori assegnati dal Comune di Pesaro per via diretta alle associazioni Opera Maestra e Stella Polare, con modalità considerate opache dagli inquirenti.
Complessivamente sono stati oltre 600mila euro di lavori transitati per le due associazioni, tra questi il “Cascone” di Valentino Rossi in piazzale d’Annunzio, ma anche il murale del Campus scolastico che ritrae la senatrice a vita Liliana Segre. Ora l’iscrizione di Ricci tra gli indagati rappresenta un passaggio delicatissimo dell’inchiesta. Gli investigatori della Squadra mobile della polizia e della guardia di Finanza hanno acquisito con una serie di perquisizioni documenti, determine, delibere di giunta e verbali di commissione, focalizzandosi anche sui rapporti tra gli uffici, gli sponsor e le associazioni beneficiarie.
Al momento sono 24 gli indagati: oltre alla corruzione, anche falso, induzione indebita a dare o promettere utilità, indebita percezione di erogazioni a danno dello Stato. Con Ricci ci sono i dirigenti comunali che hanno firmato le determine contestate, come Eros Giraldi e Loris Pascucci, Franco Arceci (storico portavoce dell’ex sindaco) e i due fondatori di Opera Maestra e Stella Polare, Stefano Esposto e Massimiliano Santini, quest’ultimo anche assunto nello staff di Ricci con un contratto a tempo determinato. Indagato pure Silvano Straccini ex direttore della Fondazione Pescheria, che si è dimesso lo scorso marzo.