Il padre di Michele Noschese, il dj morto a Ibiza in circostanze da chiarire: «Lo riporterò a casa cremato. Mia moglie non reggerebbe a vederlo così»
Riporterà a casa il figlio solo dopo la cremazione, per risparmiarne la vista alla moglie. Il padre di Michele Noschese, 35 anni, conosciuto come dj Godzi e morto in circostanze ancora tutte da chiarire nella notte tra il 19 e il 20 luglio a Ibiza, è arrivato in Spagna appena appresa la notizia della tragedia. «Non posso portare mio figlio in una bara a casa conciato così, mia moglie ne morrebbe, già non penso che riuscirà a reggere questa situazione», spiega al Corriere Giuseppe Noschese, medico in pensione ed ex coordinatore del Trauma Center del Cardarelli di Napoli.
Sul corpo del figlio, il medico ha visto segni evidenti di percosse: «La polizia lo ha male combinato», racconta. «Non si può arrivare a massacrare di botte un ragazzo senza alcun motivo, residente peraltro a Ibiza, quindi cittadino di Ibiza».
L’autopsia è stata eseguita, ma l’esito non è ancora disponibile. «Non si sa ancora nulla, la validazione del referto dell’esame, fatto ieri, è stata arrogata dall’autorità centrale di Madrid e verrà eseguita dall’Istituto di Medicina Legale dell’Università di Madrid». Ma «la novità è che nonostante gli spagnoli abbiano cercato mantenere tutto in sordina, con la stampa locale che tace, ormai non riescono più a contenere la notizia, essendo di una gravità estrema»
Quando ha saputo della morte del figlio, Giuseppe Noschese si trovava all’estero: «Ero in Svizzera e sono corso immediatamente a Ibiza».
L’ultima telefonata del padre con Michele Noschese, un giovane uomo «felice della sua vita e del suo lavoro», risale a «due ore prima della sua morte». Il rapporto era strettissimo: «Ci sentivamo ogni momento, Michele condivideva con me e sua madre quasi in tempo reale tutte le sue serate, i suoi successi come DJ. Ci aveva chiamati per dirci di quanto fosse felice per essersi esibito qualche sera prima a Ibiza in una delle discoteche più famose del mondo. A me interessava però solo di sentire che stesse bene».
L’ultimo scambio fu affettuoso e scherzoso: «C’era stata anche una simpatica querelle durante l’ultimo contatto, avendo trovato delle sue foto da piccolo, una in particolare in cui era molto goffo». E Michele? «Scherzando l’ho minacciato di condividerla con tutti. Rideva molto».
All’arrivo sull’isola, il padre ha trovato grande commozione tra gli amici e i colleghi del figlio: «La sua morte ha destato impressione. Qui era famosissimo, e i suoi amici DJ, sapendo della passione per lo sport di Michele e il suo passato da calciatore, stanno organizzando una partita del cuore per ricordarlo. Sono stati loro a diffondere la notizia in tutto il mondo fin da subito».
Ma, da parte delle istituzioni, il silenzio è stato totale: «Il comandante Gonzales della Guardia Civil di Ibiza mi ha chiamato solo ieri mattina con atteggiamento molto remissivo, evidentemente è stato sollecitato dal governo spagnolo che avrà fatto forti pressioni. Mi ha dato la sua disponibilità per ogni mia esigenza. L’ho ringraziato e gli ho detto che non ho bisogno di nulla, in particolare da loro».
Source link