Economia

Dazi, la linea dura dell’America: “Primo agosto data vincolante”


ROMA – L’infinita partita dei dazi non andrà ai tempi supplementari. Howard Lutnick, responsabile per il Commercio del governo statunitense, assicura che la scadenza del primo agosto 2025 «è vincolante».

Da quel giorno, in caso di mancato accordo con l’Ue, gli Usa imporranno prelievi del 30% sui prodotti in arrivo dall’Europa, come ha minacciato il presidente Donald Trump.

Certo – precisa Lutnick ai microfoni della Cbs – «niente impedisce di parlare prima e anche dopo» che la tagliola del primo agosto sarà scattata. E sulle trattative in corso Lutnick resta abbastanza ottimista: «America ed Europa – spiega – sono i due maggiori partner al mondo. Alla fine, vedrete, troveremo un accordo».

Potrebbero spingere Trump alla ragionevolezza due elementi. Primo. Un sondaggio proprio della rete Cbs accerta che il 60% degli americani è contrario alla scelte della Presidenza in materia di dazi. E l’Unione Europea – secondo elemento – cerca di migliorare le relazioni commerciali con l’Oriente intanto che peggiorano quelle con gli Stati Uniti.

Gli stessi valori

Non a caso, Ursula von der Leyen, presidente dell’esecutivo comunitario, volerà in Cina e Giappone tra mercoledì e giovedì, nel pieno dei negoziati tra Bruxelles e Washington.

«Questa missione in Oriente va di pari passo con i nostri negoziati commerciali con gli Stati Uniti. Il confronto con gli Usa – spiegano a Palazzo Berlaymont, sede dell’esecutivo europeo – non ci impedisce di collaborare con partner che condividono gli stessi ideali, come l’India, il Regno Unito, il Canada, l’Australia e ora il Giappone. Paesi con cui abbiamo valori e sfide in comune, sul fronte del commercio, ma anche del digitale e della difesa».

La seconda ondata

Mercoledì, gli Stati membri dell’Ue raduneranno gli ambasciatori del Coreper per prepararsi al mancato accordo. Se non sarà pace con gli Stati Uniti, l’Europa imporrà controdazi per 21 miliardi, forse anche prima del 6 agosto. Una seconda ondata – per altri 72 miliardi – investirà prodotti industriali strategici come le auto, mentre almeno quattro Paesi (Austria, Danimarca, Francia e Spagna) premono per dispiegare subito la madre di tutte le armi. Il “bazooka” conterrebbe misure comunitarie contro i colossi statunitensi della tecnologia.

Trump, dunque, sarà più mite e ragionevole? Per il momento il presidente canta vittoria. Nei primi 6 mesi del suo mandato, giura di aver resuscitato un «Paese morto».


Source link

articoli Correlati

Back to top button
Translate »