Europei femminili di calcio, Sara Gama: «Nessun timore reverenziale nei confronti delle altre nazionali, questa è l’Italia del Noi»
Quanto fa bene tutto ciò sommato ai risultati che si stanno ottenendo in una vetrina che varca le case degli italiani in maniera più diretta? «Tanto, perché avere dei modelli da emulare rende tutto più facile. Ma mi preme dire una cosa – prosegue l’ex giocatrice triestina – tutto questo porterà un grande ritorno, l’immenso potere della nazionale, oltre ovviamente alla bellezza di poter rappresentare il paese, è proprio questo, coinvolgere, ed è fondamentale farsi trovare pronti: tante bambine e ragazze più adulte vorranno giocare a calcio, dovranno esserci le squadre per accoglierle, le sezioni per le più piccole, le prime squadre per le più grandi, sappiamo che in Italia la situazione è un po’ a macchia di leopardo, da tempo bisogna lavorare sul territorio, è l’occasione giusta per investire ed insistere».
Questione di «dettagli»
La cura maniacale della Svizzera nell’organizzazione di quest’evento, ha fatto sì che in molti lo stiano catalogando come «L’Europeo più bello di sempre». Dal record di biglietti venduti agli stadi sostenibili, dalla crescita dei premi economici alla capillarità dei mezzi di trasporto (nonché gratuiti per chi ha il biglietto allo stadio), dai semafori in quel di Basilea con le luci a forma di giocatrici, allo spettacolare dipinto biodegradabile al parco Lagrange dell’artista Sapè, è tutto semplicemente bellissimo. «Sì, lo è, ma è anche come deve essere. Stiamo parlando di un Europeo che deve avere questa rilevanza, la direzione presa dalla Svizzera è la stessa presa dalla Uefa, è consequenziale procedere in questo senso, ogni ambito deve avere la sua specificità, come gli stadi scelti delle capienza giusta per garantire la cornice perfetta ad ogni partita, vedremo poi i report post evento ma ad oggi possiamo dire che le cose sono state fatte nel miglior modo in cui devono essere fatte».
«Dettagli», che dettagli non sono, che fanno la differenza. Ma di cura maniacale dei dettagli anche l’Italia sa essere esperta, soprattutto nelle estati di grandi eventi sportivi. Per info chiedere alla nazionale di basket femminile che poche settimane fa ha vinto un bronzo epico, o chiedere a Jannik Sinner, primo azzurro ad aggiudicarsi Wimbledon, ma anche alla nazionale di volley femminile, 26 vittorie consecutive, eguagliata l’epopea Barbolini, o all’immenso Gregorio Paltrinieri, doppio argento ai mondiali di Singapore in corso di svolgimento con tanto di dito rotto. «I modelli valgono sempre e danno carica, sono fonte d’ispirazione, è sempre bello arrivare a fare ciò che nessuno è mai riuscito a fare così come mettere in risalto i sacrifici di questi grandi atleti, e poi l’entusiasmo genera entusiasmo, e vedere gli altri oltrepassare i limiti a sua volta ti spinge ad andare oltre».
Chissà…verrebbe da aggiungere. Nei prossimi giorni potrebbe rivelarsi una nuova storia per questa nazionale, ma adesso conta solo viverla, godersela, raccontarla, e per questo racconto ci pensa la miglior narratrice, Sara Gama, colei che qualsiasi cosa succeda, declina tutto alla prima persona plurale. Noi.
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