Un flash mob per la Palestina in piazza San Giacomo
Erano 450, nel tardo pomeriggio di ieri, le persone accorse per il flash mob a sostegno della resistenza palestinese nel centro di Udine. Dopo l’incontro in piazza Libertà alle 18, il corteo ha tagliato il centro ed è arrivato in piazza San Giacomo: da lì, seguendo le istruzioni, una semplice coreografia: 390 palloncini neri, bianchi e rossi che, uno alla volta, si alzano in aria; vicino a loro, otto soldati che li scoppiano. A ogni palloncino esploso, una persona cade a terra, distesa sull’asfalto. È l’interpretazione in chiave attoriale degli eventi nella Striscia, in uno dei punti di incontro della città – la piazza degli aperitivi del venerdì sera, che culmina nel crescendo del motivo partigiano Bella ciao, a ricordare la resistenza che secondo i manifestanti resta ancora attuale.
“Anche se noi ci crediamo assolti, siamo lo stesso coinvolti”
“Siamo arrivati con il rumore della musica – racconta una persona tra gli organizzatori –, che poi è sparito lasciando spazio a quello dello scoppio dei palloncini. Sembravano spari. Per ogni palloncino che scoppiava, una persona cadeva ‘morta’. Una volta finiti c’era il silenzio – tutti erano distesi a terra – e abbiamo aperto lo striscione”. Su di esso, a lettere di fuoco, una variazione su De André: “Anche se noi ci crediamo assolti, siamo lo stesso coinvolti“. È stato un momento carico di commozione: “C’era gente con le lacrime agli occhi o la voce mozzata dall’emozione – continua –. La gente ai bar filmava con gli smartphone e con gli scoppi più scuri delle finestre si sono aperti.
“Il silenzio è durato un minuto – continua il racconto –, poi è iniziata Bella ciao, quasi sussurrata. Pian piano tutti si sono alzati e le bandiere palestinesi hanno cominciato a sventolare. Prima il simbolo del rumore che viene ucciso, poi il silenzio del governo italiano e di quelli europei, infine il sostegno alla resistenza dei Palestinesi”, conclude.
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