Alligator Alcatraz: cos’è il centro migranti in Florida e perché fa paura
Negli Stati Uniti di Donald Trump, la politica migratoria è stata ulteriormente inasprita con l’inaugurazione di “Alligator Alcatraz”, il campo di detenzione circondato da paludi e animali letali nel cuore della Florida. Il nome – un’invenzione del ministro della Giustizia James William Uthmeier – combina due archetipi forti dell’immaginario americano: Alcatraz, il carcere-fortezza, e l’alligatore, simbolo della natura ostile del Sunshine State. Il risultato è un luogo dove ogni tentativo di fuga sembra impossibile.
Sorge su un ex aeroporto militare dismesso, a 58 chilometri da Miami, riconvertito in appena otto giorni in una cittadella per la detenzione di migranti: tende, container, filo spinato, caldo torrido e umidità asfissiante. La palude che lo circonda – popolata da rettili, serpenti velenosi e sabbie mobili – è la barriera naturale che sostituisce le mura.
“Alligator Alcatraz” è il nuovo approdo nella battaglia del presidente Trump contro i migranti irregolari. Questo campo – il primo del suo genere – è il frutto di una collaborazione tra il governatore repubblicano Ron DeSantis e una compagnia privata di logistica, incaricata di rendere operativo il sito in tempi record. Durante la cerimonia di apertura, Trump ha ringraziato DeSantis e passato la parola alla segretaria per la Sicurezza interna, Kristi Noem, la quale ha auspicato che ogni stato americano costruisca strutture simili.
Ma per il centro potrebbero essere già iniziati i problemi. Email interne ottenute dall’Associated Press rivelano che l’amministrazione del governatore della Florida ha costruito nel giro di poche settimane il centro di detenzione senza informare i funzionari della contea di Collier. Utilizzando un ordine esecutivo firmato nel 2023 per fronteggiare l’emergenza immigrazione, lo Stato ha espropriato un vecchio aeroporto pubblico di Miami-Dade, bypassato leggi ambientali e standard urbanistici, e avviato i lavori in sole otto giornate. Eppure, nel periodo in cui DeSantis e i suoi tecnici erano già sul sito con fornitori e mezzi, le autorità locali erano ancora in preda a voci non confermate.
Secondo un’inchiesta del Miami Herald, le prime 700 persone trasferite ad Alligator Alcatraz erano per il 95% latinoamericani, in gran parte individui senza documenti regolari o in attesa di completare le pratiche per l’asilo. I funzionari dello Stato hanno affermato che, al momento, sono alle prese con i piani di evacuazione per la struttura in caso di condizioni meteorologiche avverse, durante quella che gli esperti hanno definito una stagione degli uragani molto intensa.
La struttura, così come è stata costruita attualmente, ha “una capacità di trattenimento fino a 3.000 persone, con spazio per capacità aggiuntiva“, ha affermato il direttore esecutivo della Divisione di gestione delle emergenze della Florida, Kevin Guthrie, in una recente tavola rotonda con Trump.
Tuttavia, un funzionario del DHS ha dichiarato alla CNN che si prevede che la struttura potrà ospitare fino a 5.000 posti letto, cifre simili a quelle comunicate in precedenza dalla portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt.
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