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Iapichino seconda a Londra: salta 6,92, a un centimetro da Mihambo. Per Zenoni record del miglio

Un’altra volta oltre i 6 metri e 90, la quinta negli ultimi cinque eventi a cui ha partecipato. Larissa Iapichino salta 6,92 al meeting della Diamond League a Londra, non basta per la vittoria che va per un centimetro in più a Malaika Mihambo, ma dimostra che ormai oltre alle misure è arrivata anche la continuità. La campionessa europea indoor, classe 2002, non ha aspettato troppo per accendersi nel meeting londinese, al terzo salto è già atterrata a 6.82 (-0.4 di vento contrario), salendo al primo posto in una fase in cui Mihambo stentava moltissimo, 4,14 in apertura seguito da tre nulli. Larissa ha ribadito di voler vincere alzando la mira al salto successivo: 6,89, a distanza di sicurezza dal 6,74 di Monae’ Nichols. Quando l’azzurra ha aggiunto un altro 6.66, è arrivata la reazione della francese Hilary Kpatcha (6,86) ma soprattutto della tedesca campionessa olimpica a Tokyo e argento a Parigi: 6,93 che vale il primo posto. Nella finalina a tre sull’ultimo salto Larissa è stata l’unica a migliorarsi, salendo a 6,92 che compone con le sue ultimo apparizione una striscia impressionante: 6,92 vincendo nell’Europeo a squadre a Madrid, 6,90 ventoso a Stoccoma (con un 6,85 regolare), 7,06 al meeting di Palermo (prima volta oltre i sette metri, a soli 5 centimetri dal record della madre Fiona May). Infine, 6,94 nella finale vinta agli Europei indoor di Apeldoorn.

Marta Zenoni (sullo sfondo) nel miglio di Londra vinto da Gudaf Tsegay

Marta Zenoni (sullo sfondo) nel miglio di Londra vinto da Gudaf Tsegay 

Zenoni primato nello show di Tsegay

Ma non è stata solo Iapichino a brillare in Diamond League a Londra. Tenendo a lungo il passo delle migliori del mondo, Marta Zenoni si è piazzata quinta nel miglio firmando il record italiano con 4’17’’16, superando il 4’21’’51 indoor di Sinta Vissa e il 4’23’’29 all’aperto di Gabriella Dorio del 1980. Riserva azzurra alle Olimpiadi di Parigi, Zenoni è stata terza fino alla curva conclusiva in una gara vinta dall’etiope Gudaf Tsegay che ha rifiutato subito il ritmo delle lepri portandosi al comando, diventando con 4’11’’89 la seconda donna di sempre dopo Faith Kipyegon, ma subendo anche l’attacco dell’australiana Jessica Hull che l’ha quasi raggiunta nel rettilineo finale. L’azzurra è passata ai 1.500 con un tempo mai realizzato (3’59’’2 contro un personale di 4’01’’52 al Golden Gala di quest’anno), dimostrando che questa è davvero la sua stagione, come è quella del riscatto per Gaia Sabbatini anche lei sotto il precedente record italiano del miglio con 4’19’’83.

Mattia Furlani

Mattia Furlani (afp)

Furlani quarto sulla pedana bagnata

La pedana bagnata non ha aiutato Mattia Furlani, quarto nel lungo con 8,05. Il campione del mondo indoor del lungo ha trovato la miglior misura al quarto turno con 8,05, e nemmeno il vincitore giamaicano Wayne Pinnock è arrivato lontanissimo (8,20). Velocissimo invece è stato un altro giamaicano, Oblique Seville, che sui 100 ha corso in 9’’86,. Infliggendo all’oro olimpico Noah Lyles un distacco di ben 14 centesimi.


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