Puglia

Scomparsi nel nulla, in Puglia 1038 denunce nel 2024

Uscire dalla porta di casa, imboccare la strada che fino a pochi attimi prima era così familiare e sparire, per propria volontà, forse no: spinti da qualcosa, da qualcuno, che scuote dall’interno o dall’esterno. Poi la macchina delle ricerche fisiche e virtuali si mette in moto, il nodo in gola dei cari si fa sempre più stretto, fino a quella dichiarazione agghiacciante, fino alla foto più bella affissa ovunque per le ricerche con l’etichetta di “persona scomparsa”. I telegiornali, i programmi televisivi crime, i talk, i quotidiani online, i gruppi social sono pieni di volti di migliaia di uomini e donne, di cui si sono perse le tracce, senza riuscire a capirne mai davvero il motivo.

Però, c’è chi quegli invisibili non smette mai di cercarli, tenendo sempre accesi i riflettori sulle loro storie e supportando i genitori, i mariti, le mogli, gli amici che sono a casa in attesa del loro ritrovamento. Ne è un esempio l’associazione Penelope Puglia, parte della Federazione Penelope Italia ODV, che sostiene sul territorio regionale tutti coloro che si ritrovano fagocitati dal dramma della scomparsa, sempre alla ricerca di una traccia, di uno spiraglio di speranza.

Stando alla 32esima Relazione del Commissario straordinario del Governo, solo in Puglia nel 2024 sono state depositate 1038 denunce di scomparsa, tra cui 703 ritrovamenti e 11 decessi. Nel limbo restano altre 335 persone. Il tacco d’Italia è al settimo posto nella classifica nazionale per numero di soggetti mai rintracciati.

Dati da brividi se analizzati alla luce degli ultimi episodi di cronaca che parlano di giovani dissolti nel buio, resi fragili da famiglie, società, istituzioni incapaci di ascoltare.

C’è poi chi torna e casa, l’epilogo a cui ci si aggrappa fino all’ultimo con le unghie e con i denti. Sono molti i casi risolti per via della stretta collaborazione tra l’associazione, le forze dell’ordine, la prefettura e le guardie zoofile della città metropolitana di Bari, che tramite i cani a traccia biologica riescono a riconoscere il DNA degli scomparsi. Il fiuto degli amici a quattro zampe e l’impegno dei volontari serve a ricostruire i percorsi compiuti dagli scomparsi, riaccendendo così la luce in quel tunnel pieno di ombre.




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