Cnel, Brunetta “sospende” lo smart working e impone a tutti le ferie ad agosto
ROMA – Da ministro della Pubblica Amministrazione, alcuni anni fa, Renato Brunetta aveva dichiarato che «il lavoro agile può servire nell’emergenza ma non può essere il lavoro del futuro, proiettarlo nel futuro mi sembra un abbaglio». E quindi non stupisce che, da presidente del Cnel, lo abbia «abolito a tempo indeterminato», come denunciano i sindacati Fp Cgil e UilPa. Ma non è tutto: con una decisione che i dipendenti non ricordano abbia avuto alcun precedente negli ultimi decenni, «ha decretato la chiusura totale dell’unica sede di lavoro per ben tre settimane consecutive ad agosto, di fatto mettendo in ferie obbligatorie tutti i dipendenti e mandando all’aria la programmazione appena effettuata dei piani ferie individuali».


Fp Cgil e UilPa hanno proclamato immediatamente lo stato di agitazione, ma i due segretari generali, Federico Bozzanca e Sandro Colombi, non escludono lo sciopero: «Le incongrue decisioni dei vertici Cnel nei confronti del personale sono inaccettabili nella forma e nella sostanza e vanno respinte senza me e senza ma», affermano.
Le decisioni della presidenza sono state comunicate ai dipendenti senza prima convocare i sindacati. La sospensione del lavoro agile e del telelavoro è stata motivata dalla scadenza, al 30 giugno di quest’anno, degli accordi individuali. La prassi normale avrebbe voluto che venissero convocati gli interessati per il rinnovo, ma la presidenza invece ha fatto sapere che non ci sarebbe stata alcuna convocazione prima del completamento delle attività previste dal piano triennale del fabbisogno del personale 2025-2027.


I sindacati fanno notare che con il personale attuale, anche se è inferiore al fabbisogno stabilito, e con una quarantina di dipendenti che hanno scelto il lavoro agile o il telelavoro, sia nel 2023 che nel 2024 tutti gli obiettivi stabiliti dall’amministrazione sono stati raggiunti, e che la produttività del Cnel è sempre stata alta. Inoltre la decisione repentina di sospendere e non rinnovare i contratti ha costretto qualcuno dei dipendenti che è anche caregiver a chiedere l’aspettativa non retribuita, spiegano i dipendenti.
Ancora più incomprensibile risulta la chiusura per tre settimane ad agosto, che ricorda la vecchia organizzazione delle fabbriche: «Ad essere sinceri – rilevano Bozzanca e Colombi – non ci era mai capitato di sentire che una pubblica amministrazione possa decidere una specie di “serrata” istituzionale a propria discrezione e per un tempo così lungo, come un’attività privata». Dalla presidenza del Cnel nessun commento.
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