Un paradiso per pochi | Vanity Fair Italia
Questo articolo è pubblicato sul numero 30-31 di Vanity Fair in edicola fino al 29 luglio 2025.
«Non avrei mai creduto che qualcosa di così vergine potesse ancora esistere nel Mediterraneo». Lo ha detto il marito di Ivanka Trump, Jared Kushner, quando dall’alto di un elicottero con sua moglie hanno avvistato l’isola di Sazan, situata di fronte alla baia di Valona, tra il Mar Adriatico e il Mar Ionio, nel canale di Otranto che separa l’Italia dall’Albania: mare incontaminato, foche monache e 560 ettari di macchia giurassica, dove anche il rosmarino, il mirto, la lavanda e il plumbago hanno forme smisurate, che sembrano usciti da un film di Steven Spielberg. Da lì a decidere che quel gioiello di natura subtropicale dovesse diventare loro, il passo è stato breve.
La figlia del presidente americano Donald Trump e suo marito si sono aggiudicati una concessione di novantanove anni per trasformarla in un mega resort di lusso, zero tasse durante la costruzione e con lo Stato albanese che si occuperà delle infrastrutture necessarie perché a Sazan ci siano acqua, elettricità e fognature.
Prima, però, l’isola andrà bonificata. Quando sono arrivato, ho scoperto che è piena di cartelli con teschi e ossa incrociate che avvertono della presenza di mine antiuomo. «In realtà, non sono proprio mine», mi ha spiegato la mia guida, Arbër Celaj, «questo posto è pieno di ordigni inesplosi». Camminando lungo un sentiero, ci siamo imbattuti in rifugi antiaerei e circa sedici chilometri di tunnel oggi abitati da pipistrelli, vipere e conigli selvatici; oltre a 3.600 bunker, tra i quali alcuni saranno conservati e integrati nel progetto immobiliare di Ivanka Trump.
Me lo ha confermato suo marito, spiegandomi come lui e Ivanka siano stati travolti da un insolito destino immobiliare nel mare albanese d’agosto. Era l’estate del 2021, la coppia viaggiava su uno yacht nell’Adriatico insieme allo sceicco Nasser Al-Khelaifi, presidente del Paris Saint-Germain. A Durazzo sono stati raggiunti per cena dal premier albanese, Edi Rama, e da sua moglie Linda. Il giorno dopo, il volo in elicottero fino a Sazan, seguito da un incalzare di incontri, come quello tra Rama e Kushner a Davos e poi – nel 2023 – una nuova visita di Ivanka e il marito a Tirana.
Una foto li ritrae insieme al premier e alla moglie davanti alla Casa delle Foglie, il potente museo che testimonia l’attività di sorveglianza dei servizi segreti albanesi. Sul libro dei visitatori Jared ha ringraziato «per aver condiviso con noi la storia dell’oppressione dell’Albania, per comprendere meglio l’incredibile trasformazione del Paese a cui stiamo assistendo oggi». E Ivanka ha fatto gli auguri «ai nostri due Paesi, America e Albania». Nella foto compare anche Richard Grenell (c’era pure lui sull’elicottero): si tratta dell’ambasciatore che durante la prima presidenza Trump è stato inviato speciale nei Balcani, incaricato di trattare la questione del Kosovo.
A Sazan si vuole fare la storia del glam. Qui le divinità del Mediterraneo hanno dato il meglio, ponendo l’isola tra il mare Adriatico e lo Ionio e privandola dell’acqua, così da ostacolarne la colonizzazione nei millenni. Il resto l’hanno fatto il comunismo e Enver Hoxha, leader supremo dell’Albania dalla fine della seconda guerra mondiale fino alla sua morte nel 1985, perché nel suo stato-gulag l’isola era l’isolamento più estremo, fortezza militare contro il «Nemico», che poteva essere alternativamente la Nato o il Patto di Varsavia. Così per decenni a Sazan, come nel Deserto dei tartari di Dino Buzzati, si è atteso l’annunciato attacco, sempre col dito sul grilletto, sempre a scrutare l’orizzonte, acquattati nei bunker che spuntano come funghi di cemento tra la boscaglia.
Ivanka sembra sovrintendere ogni cosa: «Coinvolgiamo i migliori architetti, i migliori marchi», ha detto nel luglio 2024 in un podcast del conduttore radiofonico americano Lex Fridman, «sarà fantastico, Aman resorts gestirà gli hotel, ci saranno ville e lo chef newyorchese Mario Carbone curerà il food&beverage. È incredibile per me poter tornare a flettere i muscoli nell’immobiliare, tornare a divertirmi».
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