Società

Più spettatori a teatro e concerti e nei musei: i dati del nuovo turismo che cerca arte e cultura

Più spettatori a teatro e ai concerti, più visitatori in musei e siti archeologici, 60 milioni di ingressi nei musei statali, 843 mila professionisti occupati nella cultura e una preferenza del 63,2% delle presenze per i comuni a vocazione culturale. Sono alcuni dei numeri del turismo culturale in Italia secondo i dati del 21° Rapporto Annuale Federculture «Impresa Cultura», il volume realizzato con il contributo di Fondazione Cariplo, che fa il punto sullo stato del sistema culturale italiano, attraverso dati aggiornati su consumi, finanziamenti, occupazione e turismo culturale.

: «Il Rapporto Annuale ha rafforzato la consapevolezza che la cultura rappresenta l’identità e la coesione nazionale, l’esercizio della ricerca e del confronto delle conoscenze e dei saperi, la pratica quotidiana dei cittadini, in particolare dei giovani. Un vero e proprio “welfare culturale” fondamentale per la società e il Paese, che va sostenuto e fatto crescere», ha commentato Andrea Cancellato Presidente di Federculture «Per questo abbiamo negli anni posto all’attenzione dei decisori proposte concrete con spirito costruttivo e collaborativo. Tra queste nel mese di giugno è giunta al traguardo una nostra richiesta: il taglio dell’Iva per le opere d’arte da 22 al 5%. Un provvedimento di grandissima rilevanza capace di rivitalizzare un settore della cultura, quello del commercio delle opere d’arte, in fortissima crisi, ma che acquisterà un rilievo assoluto nel momento in cui sarà un’Iva speciale uguale per tutti i prodotti della cultura, utile a favorire la partecipazione culturale di tutti i cittadini».

I numeri della cultura

In particolare crescono dell’11,6% rispetto al 2023, e del 6,6% rispetto al 2019 i fruitori dei teatri, ma anche la stagione dei concerti vive un vero e proprio momento di boom segnando un +14,5% sull’ultimo anno e del +20% sul quinquennio. Meno ampia, ma comunque significativa, la crescita del trend di fruizione di musei e mostre (+3,5% vs 2023, e +3,8% vs 2019) e quella dei siti archeologici e monumenti che vendono aumentare i visitatori del +4,4% sul 2023 e del +10,7% rispetto al 2019. Nel comparto del cinema, invece, nonostante nel 2024 la fruizione sia cresciuta del +11,7% sul 2023, si registra una variazione negativa del -9% rispetto all’anno (prepandemia) del 2019.

Sono le generazioni più giovani (età compresa tra i 6 e i 24 anni) a dimostrarsi più interessate a partecipare alle attività culturali, con livelli di adesioni in media superiori al 10% in media rispetto a quelli della popolazione nel suo complesso.

Musei: 60,8 milioni i visitatori nel 2024

Nel 2024 i musei statali hanno registrato 60,8 milioni di visitatori, per un valore di introiti lordi pari a 382 milioni di euro. Si tratta di valori mai registrati in precedenza e superiori, non solo rispetto a quelli del 2023 (+5,4% visitatori, + 21,7% introiti), ma anche se confrontati con gli ottimi numeri del 2019 (+11% e +57,6%). Tra i siti statali a far la parte del leone in termini di visitatori e introiti sono i musei autonomi che nel 2024 hanno accolto 44,7 milioni di visitatori e realizzato 316 milioni di introiti lordi. Nella classifica dei maggiori attrattori colpisce il dato del Colosseo che è storicamente il sito più visitato d’Italia, ma che nel 2024 vede aumentare i propri visitatori del 20% sul 2023 e del 93,4% rispetto al 2019, praticamente un raddoppio.

Turismo culturale: il boom di presenze straniere (e il problema dell’overtourism)

La cultura si conferma il principale motore della domanda turistica tanto che nel 2024, i comuni a vocazione culturale toccano il 63,2% delle presenze, con un’incidenza pari a circa il 57% del totale della componente turistica straniera, che sceglie l’Italia proprio per la ricchezza dei luoghi e l’unicità dell’offerta culturale. L’aumento dei flussi turistici è trainato dalle presenze straniere che, secondo i dati ISTAT, nel 2024 hanno raggiunto i 254 milioni (+8,4% rispetto al 2023). La crescita delle presenze dall’estero, cui fa eco l’aumento del turismo interno, rende necessaria una programmazione e interventi mirati, per evitare che l’aumento del turismo generi effetti negativi sulle località interessate, a discapito della qualità di vita dei residenti, dell’ambiente e della tutela del patrimonio culturale. Questo fenomeno, noto come overtourism, porta con sé anche la diffusione incontrollata degli affitti brevi turistici, soprattutto nelle città d’arte.

Nonostante le criticità che questo comporta per le famiglie residenti, non si può non constatare che la crescita degli affitti temporanei ha ampliato la domanda diversificando l’offerta e di conseguenza sostenendo il turismo culturale. Negli ultimi 15 anni gli affitti temporanei hanno generato in media 30.000 presenze in più all’anno. Questo è ancora più evidente nelle aree interne meno sviluppate, in cui questo modello rappresenta una concreta opportunità di crescita turistica e sviluppo economico, con un impatto ambientale ridotto grazie alla minimizzazione del consumo di nuovo suolo. Per garantire un turismo culturale sostenibile, capace di valorizzare il patrimonio senza comprometterlo, è però indispensabile adottare strategie integrate e coordinate, regole chiare e condivise e un forte investimento in governance, ricerca e innovazione.

I 3.000 Festival e Capitale italiana della Cultura

L’Italia è uno dei Paesi al mondo più ricchi di Festival. Sebbene non esista un vero e proprio censimento si contano almeno 3.000 iniziative distribuite in tutto il territorio. I festival offrono occasioni di autentico approfondimento in un panorama informativo spesso superficiale, unito a un profondo bisogno di condivisione di esperienze live.


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