Basilicata

Vibo, vietato il concerto di Teresa Merante: “Messaggi che esaltano la criminalità”

Il sindaco di Vibo ha vietato con una ordinanza il concerto di Teresa Merante previsto a Bivona presso un lido privato: «Messaggi che esaltano la criminalità»


VIBO VALENTIA – Con un’ordinanza emessa in data odierna, 18 luglio 2025, il Sindaco di Vibo Valentia, Enzo Romeo, ha vietato lo svolgimento del concerto della cantante neomelodica Teresa Merante, previsto per questa sera 18 luglio 2025 alle 21.30 presso il lido “Marea” di via del Pescatore, nella frazione Bivona.

Il provvedimento arriva dopo una segnalazione ufficiale della Questura di Vibo Valentia, che ha informato l’amministrazione comunale circa l’organizzazione dell’evento. L’amministrazione ha rilevato che nessuna comunicazione preventiva era pervenuta al Comune da parte degli organizzatori.

Secondo quanto riportato nell’ordinanza sindacale n. 56/2025, la decisione si fonda su “contenuti pubblici riconducibili a forme di apologia o esaltazione della criminalità organizzata” veicolati dalla cantante, le cui esibizioni, seppur in contesti privati, assumerebbero una dimensione pubblica tale da generare “preoccupazione, disordine, tensioni tra cittadini” e “offesa ai valori della legalità”.

CHI È LA CANTANTE TERESA MERANTE E PERCHÉ IL CONCERTO è STATO VIETATO

La cantante Teresa Merante è nota nell’ambiente neomelodico per testi e video che, secondo le autorità, contengono riferimenti espliciti che rischiano di giustificare o spettacolarizzare l’immaginario legato alla ‘ndrangheta.

Il sindaco ha giustificato l’intervento facendo riferimento alla normativa in materia di sicurezza urbana e all’articolo 414 del Codice Penale sull’apologia di reato, ritenendo “necessario e proporzionato” vietare l’evento per tutelare l’ordine pubblico.

Il divieto impone inoltre agli organizzatori e al titolare del lido di non procedere con la manifestazione, né di promuoverla ulteriormente tramite social media o altri mezzi di comunicazione. La comunicazione è stata trasmessa alla Questura, ai Carabinieri e alla Polizia Locale per l’esecuzione.
Diverse associazioni locali avevano già manifestato il proprio dissenso all’iniziativa nei giorni scorsi, denunciando un “grave rischio di normalizzazione dell’illegalità”.


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