Thailandia, lo scandalo dei monaci sedotti: la donna che ha truffato il Sangha per oltre 10 milioni di euro
Wilawan Emsawat, 35 anni, è stata arrestata per una maxi truffa ai danni del clero buddhista thailandese. La donna, nota con i soprannomi di “Miss Golf” o “Miss K“, è accusata di aver adescato 81 monaci buddhisti – molti dei quali appartenenti ai vertici del Sangha, l’ordine religioso più influente del Paese – per poi ricattarli con registrazioni compromettenti. Il bottino: oltre 10 milioni di euro.
L’inganno online e le relazioni proibite
Wilawan adescava le sue vittime principalmente online, proponendo incontri che si trasformavano in relazioni intime, in netto contrasto con i precetti buddhisti che impongono castità, disciplina e povertà. Una volta ottenuto il materiale compromettente, video e foto degli incontri, scattava il ricatto. Le somme richieste erano elevate e proporzionate al rango e alle risorse economiche del monaco coinvolto. L’obiettivo? I monaci più influenti e benestanti. L’indagine ha infatti rivelato che Wilawan mirava a figure con accesso a fondi ingenti, e che non si sarebbe fatta scrupoli a minacciarli pubblicamente in caso di rifiuto.
Lo scandalo che scuote il clero buddhista
Il caso è esploso quando Phra Thep Wachirapamok, abate di un importante tempio di Bangkok, ha abbandonato improvvisamente l’abito monastico ed è fuggito in Laos. Poco dopo, è emersa la sua relazione segreta con Wilawan. Ma non era il solo. A maggio, un altro abate, stavolta nella provincia di Nakhon Pathom, è finito sui giornali per aver pagato oltre 200 mila euro a Wilawan, convinto che lei fosse incinta di un suo figlio. In realtà, la gravidanza non è mai esistita.
Il materiale sequestrato e i conti milionari
La svolta nelle indagini è arrivata con il sequestro di cinque telefoni cellulari appartenenti a Wilawan. All’interno, gli investigatori hanno trovato oltre 80.000 tra foto e video, tutti documenti degli incontri con almeno nove monaci di alto rango. Dall’analisi dei suoi conti bancari è emersa una cifra sconcertante: 385 milioni di baht, pari a 10,4 milioni di euro, frutto di estorsioni sistematiche e ben pianificate.
Conseguenze religiose e politiche
Il Sangha ha reagito con durezza: i monaci coinvolti sono stati espulsi dall’ordine e privati dei loro titoli religiosi. Anche il re Maha Vajiralongkorn è intervenuto, revocando le onorificenze statali a tutti gli 81 religiosi coinvolti nello scandalo.
Nel frattempo, il governo thailandese valuta l’introduzione di nuove norme per regolamentare il celibato monastico e aumentare la trasparenza nei conti dei templi, sempre più nel mirino per gestioni opache e scandali finanziari.
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