Ultimo miglio e Statale 16, si (ri)parte. Lungomare nord, fine pena: mai
ANCONA Quarant’anni di attese, rinvii, incertezze. Ora la luce in fondo al tunnel si fa sempre più viva. Sì, perché la famosa opera dell’ultimo miglio – i 3,5 chilometri di nuova strada per collegare via Flaminia con la Statale 16 bypassando il quartiere di Torrette – non è più una chimera. Lunedì, infatti, si celebrerà in pompa magna la posa della prima pietra. L’appalto è stato affidato alla ditta Donati Spa di Roma: direttore dei lavori l’ingegnere Alessandro Cardellini.
Il cronoprogramma
Sul piatto ci sono 150 milioni di euro per la realizzazione dell’opera. Da cronoprogramma saranno necessari circa 36 mesi di lavori per completare la nuova infrastruttura. Ma nell’intervento faraonico ballano anche altri cantieri che, invece, sul loro cammino hanno incontrato non pochi ostacoli. Ad esempio il raddoppio della Statale 16. Superato il contenzioso tra Anas e l’impresa Inc Spa di Torino (vincitrice dell’appalto da 250 milioni di euro) ora il nodo da sciogliere si materializza in una perizia di variante al progetto depositata a giugno dalla ditta.
Un intervento travagliato, dunque, che ha vissuto una serie di stop and go. E una deadline, per la realizzazione del tracciato di circa 7 km, inizialmente fissata al 2024 e ora spostata al 2027. Nel frattempo gli operai non sono del tutto fermi, si procede a lavorare – seppure a regime ridotto – dove è possibile. La prossima tappa è la verifica di Anas della perizia, poi si potrà partire con gli interventi alle gallerie. Ad ogni modo la questione della perizia di variante progettuale ha rappresentato a tutti gli effetti un’impasse che ha rallentato le operazioni. Nel documento sono contenute le modifiche richieste dall’impresa: perlopiù questioni di natura tecnica, che diventano però fondamentali quando si ha a che fare con un progetto in cui basta poco per far variare il quadro economico. Con l’impresa che, ovviamente, non intende rimettere di tasca propria per lavorazioni che non erano state previste (o non lo erano state in tale misura) ma che si sono rivelate necessarie. Quindi è molto probabile che cambi anche il quadro economico.
Più complicato, invece, il nodo da sciogliere sul Lungomare nord, altra tranche importante del mastodontico progetto che punta a collegare il porto di Ancona con la A14. In sospeso, tanto per cambiare, la Valutazione di impatto ambientale che dovrà arrivare dal Ministero competente. Rfi ha consegnato le integrazioni richieste, ma si sa, la burocrazia non viaggia con i tempi delle città. Dunque un parere atteso da oltre 5 anni. Ma in Regione sono fiduciosi e, con l’avvicinarsi della posa della prima pietra per l’ultimo miglio, si comincia ad intravedere il superamento di un primo ostacolo.
La ripartizione
I lavori per la realizzazione del Lungomare Nord dureranno all’incirca 4 anni e avranno un costo di 52 milioni di euro. La parte del leone la farà Rfi, che si occuperà della scogliera di protezione della linea Adriatica e del successivo potenziamento dell’infrastruttura per la velocizzazione del collegamento ferroviario tra Bologna e Bari, anche nel tratto anconetano, fino a una velocità di 200km all’ora.
Nel complesso, Rfi metterà 39,5 milioni di euro. Al secondo posto nella classifica dei finanziatori c’è l’autorità portuale, con 10 milioni di euro. Serviranno all’interramento dei materiali risultanti dalle operazioni di scavo per la parte ferroviaria del progetto. La Regione Marche, inoltre, parteciperà con 3,5 milioni di euro. Mentre il Comune di Ancona si occuperà a proprie spese della realizzazione di un nuovo parco urbano.