Le voci di Madre Calabria fra memoria e musica
IN UNA regione che continua a interrogarsi sul presente e sul futuro, torna per la quarta volta, a Paola, “Madre Calabria”, l’evento promosso dall’Associazione Culturale Tirrenide che ha fatto della valorizzazione culturale e dell’identità collettiva la propria missione. Il tema centrale di quest’anno – la migrazione, tra perdita e rinascita – è al centro di una giornata intensa e partecipata, articolata in momenti di riflessione, condivisione e spettacolo. Il titolo dell’edizione 2025 non è casuale. Si parla di partenze e di ritorni, ma anche di accoglienze riuscite, di comunità che hanno trovato in Calabria una seconda patria, portando con sé usi, tradizioni, lingue e contribuendo a scrivere una storia di convivenza e riconoscenza.
«Al dato storico-culturale si affianca, con pari dignità, quello sociale, umano e politico – dichiara la presidente dell’Associazione Tirrenide, Maria Cavallo – perché Madre Calabria è anche questo: un esercizio collettivo di memoria, un racconto corale di ciò che siamo diventati grazie alle migrazioni. In un’epoca in cui si parla ossessivamente di confini da difendere e di muri da alzare, riscoprire il nostro passato come terra di accoglienza è un gesto politico, necessario e urgente».
Un ruolo centrale anche nell’edizione di quest’anno è affidato agli studenti del Liceo “G. Galilei” di Paola, coinvolti attivamente in un percorso formativo e laboratoriale dal titolo “La mia terra”. In un contesto dove sempre più giovani guardano alla Calabria con disincanto, impazienti di andarsene e spesso ignari del ricchissimo patrimonio storico, culturale e umano che li circonda, il progetto ha rappresentato un’occasione preziosa di riscoperta e consapevolezza. «Non parliamo di prospettive future ma di prospettive di futuro: i ragazzi devono sapere da dove vengono, non per restare immobili, ma per potersi muovere con radici solide. Solo così si costruisce un domani autentico e non imposto».
È proprio questo il cuore pulsante dell’iniziativa: offrire ai giovani strumenti per leggere criticamente la realtà in cui vivono, stimolarli a riconoscere il valore di una terra che troppo spesso viene vista solo come un luogo da abbandonare e invece potrebbe essere ancora uno spazio fertile di possibilità, se ci se ne riappropria con sguardo nuovo. Al mattino, nella suggestiva cornice della Biblioteca del Santuario di San Francesco di Paola, gli studenti presenteranno contenuti, riflessioni e testimonianze, frutto di un lavoro collettivo che ha intrecciato ricerca storica e narrazione creativa. Un modo per riaccendere in loro il senso di appartenenza e la capacità di vedere il proprio territorio come qualcosa che li riguarda, li coinvolge, li chiama a costruire. Il cuore dell’evento si accenderà in serata, con una tavola rotonda in Piazza del Popolo, che vedrà il confronto di voci diverse – storici, sociologi, statistici – sul fenomeno migratorio che da sempre attraversa la Calabria. Un’analisi lucida, senza retorica né rassegnazione, dove si è parlerà di fughe e di ritorni possibili, ma anche di quelle comunità minoritarie – arbëreshë, grecanica e valdese – che hanno reso la regione un laboratorio vivente di coesistenza.
A chiudere la serata, uno spettacolo travolgente e profondamente identitario: Calabria Cantastorie. Sei voci narranti, sei artisti del canto e del cunto riporteranno sul palco la forza viva della tradizione orale calabrese. La figura del cantastorie, oggi troppo spesso dimenticata, sarà celebrata come custode di memoria collettiva, ponte tra generazioni, voce degli ultimi e testimone di una Calabria che non ha mai smesso di raccontarsi. Con Madre Calabria, l’Associazione Tirrenide continua a scrivere una narrazione altra, fuori dagli stereotipi e dai sensazionalismi.
«Una narrazione che guarda al futuro con radici ben piantate nella terra e che crede nel potenziale dei giovani non come risorsa da esportare, ma come protagonisti del cambiamento qui, ora, in Calabria» conclude Maria Cavallo.
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