Sardegna

Brandano (Cisl): “Stagionali più attenti ai contratti, chi sfrutta danneggia tutti” – Cagliaripad.it

Centinaia di dimissioni solo nel mese di maggio, soprattutto giovani provenienti da comparti chiave come turismo, ristorazione, servizi, logistica, agricoltura e artigianato. La Cisl Gallura ha lanciato l’allarme, riaccendendo il dibattito sul lavoro in Sardegna nel periodo estivo, ormai diventato un nervo scoperto. Per fare il punto della situazione abbiamo intervistato per Cagliaripad il segretario della Cisl gallurese Bruno Brandano, profondo conoscitore delle dinamiche stagionali e da anni al fianco dei lavoratori del territorio.

L’allarme che avete lanciato sulle tante dimissioni dei giovani in Gallura ha fatto discutere. Cosa sta succedendo?

“Sono partito da una situazione oggettiva, che sono i dati sulle dimissioni che riceviamo. Quello che mi ha fatto più pensare è il dato sui giovani. La maggior parte se ne andava non per lo stipendio basso, ma per la non applicazione dei contratti nazionali. Mi ha sorpreso in positivo, perché significa che c’è una coscienza più approfondita da parte dei ragazzi. Hanno verificato che tipo di contratto era, quante ore dovevano fare, quanto venivano pagati gli straordinari. La maggior parte dei ragazzi, e parlo di una fascia tra i 20 e i 27 anni, hanno dato le dimissioni e hanno trovato lavoro in aziende che rispettano i contratti nazionali”.

Anche altri sindacati hanno denunciato situazioni allarmanti, è solo un problema di contratti o c’è anche altro?

“Oltre alla questione dei contratti, ci sono anche situazioni dove si sono verificate altre problematiche fastidiose. Parlo di ragazze che si sono dimesse per atteggiamenti non consoni dei colleghi, oppure situazioni in cui non pagavano lo stipendio, mentre altre lo stipendio veniva trattenuto e glielo davano due mesi dopo. Poi il fenomeno del pagamento in nero, in tantissime aziende esiste. Ti danno lo stipendio del contratto part-time, 500 o 600 euro, il resto te lo pagano in nero. Non è accettabile, ed è un altro dei motivi per cui danno le dimissioni i giovani, che stanno a prendere coscienza dell’importanza del versamento dei contributi. Qualcuno in famiglia ha genitori che stanno tardando ad andare in pensione, perché anni fa era uso e consumo di non conteggiarsi i contributi, ma quando poi si arriva in età di pensione e mancano diventa un problema, dovuto proprio ad accordi di lavoro in nero. Negli anni ’70 e ’80 era normale, oggi invece i figli vedono la situazione dei genitori e si stanno preoccupando”.

Vorrei guardare la situazione anche dal punto di vista dell’imprenditore. Cosa c’è che porta tante attività ad agire fuori dai perimetri dei contratti?

“Abbiamo anche tante aziende sane, che sanno lavorare e sanno gestire i lavoratori. Purtroppo gli stipendi sono bassi anche sui contratti nazionali e questo è un altro problema ancora, non ci nascondiamo. Stiamo portando avanti trattative a livello nazionale. Ma il discorso è che serve il rispetto del lavoratore, perché non posso essere inquadrato per 8 ore e me ne fai fare ogni giorno 13. Perché poi puoi anche pagarmele, ma dopo una settimana sono fuso e la qualità del lavoro ne risente. Le aziende lo sanno. In Gallura noi dobbiamo puntare alla qualità del prodotto, perché di lavoro ne abbiamo tanto da dare, ma dobbiamo darlo nel miglior modo possibile. Ma è facile vedere chi lavora bene: sono quelli che aprono da aprile a ottobre, e che ogni anno recuperano lo stesso personale. Quelle sono le aziende che funzionano. Le attività imprenditoriali da mordi e fuggi non servono, diventano un disagio sociale, non bisogna permettergli di fare impresa”.

Pochi giorni fa, nel Nuorese, su 18 aziende controllate tutte presentavano irregolarità. Viene da chiedersi: perché tanti pensano di poterla fare franca?

“Primo perché l’Ispettorato del Lavoro ha un personale ridotto. Noi come sindacato stiamo chiedendo a livello sindacale un aumento degli ispettori, per far sì che vadano nelle aziende e controllino bene. Ma soprattutto c’è un fenomeno stagionale, che è dovuto alla volontà di massimizzare tutto in tre mesi. Capita quindi che si prendano persone per neanche un mese, persino stranieri che non sanno la lingua, a cui magari promettono pure l’alloggio e poi non glielo danno, lasciandoli in strada che non sanno neanche dove andare a dormire. Anche questo è capitato. Attività così in Gallura non servono, non rendono un buon servizio al territorio”.

Prima ha citato il caso di qualche lavoratrice che ha subito molestie sul posto di lavoro. Ecco, riguardo alla parità di genere qual è il punto della situazione?

“Devo dire che in Gallura c’è una sensibilità alta riguardo al lavoro femminile, non ho avuto segnalazioni nei rapporti con il datore di lavoro riguardo a discriminazioni di genere. Ho invece avuto segnalazioni, come dicevo, di comportamenti non consoni tra colleghi. Su questo aspetto stiamo lavorando su un progetto importante che presto vedrà la luce, insieme a delle associazioni che si occupano di queste tematiche. Sono padre di due figlie e sono stanco di sentire certe storie nel 2025, non è normale e non si può accettare. Ma tutto deve partire dalla formazione, dalle scuole e dai ragazzi”.

Da tempo auspicate un tavolo territoriale per affrontare i problemi del lavoro stagionale insieme alla politica, alle aziende e alle associazioni di categoria. A che punto siete? Avete già ricevuto notizie dalla Regione?

“Non ancora. Ma sappiamo che è un periodo particolare per la Regione Sardegna e stiamo aspettando che si possa fare un ragionamento a bocce ferme. Poi, chiaramente, se la convocazione arriva domani mattina io sono pronto, ma non ho ricevuto comunicazioni di tavoli imminenti”.

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